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L'annuncio del Ministro Carfagna: 600 milioni per l'imprenditoria del Sud

 
Massimo Brancati

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Massimo Brancati

L'annuncio del Ministro Carfagna: 600 milioni per l'imprenditoria del Sud

Destinati alle Zone economiche speciali. Ossigeno per l'area jonica

Giovedì 18 Marzo 2021, 12:15

L’annuncio del Ministro per il Sud Mara Carfagna, in audizione nelle Commissioni riunite Bilancio e Politiche dell'Unione Europea di Camera e Senato - «600 milioni di euro sono pronti per le Zone economiche speciali» – rilancia le speranze di avvio della Zes Ionica interregionale Puglia versante ionico e Basilicata e di quella Adriatica interregionale Puglia e Molise. Non solo i soldi destinati ad assicurare per queste aree (e di tutte le altre del Sud in Calabria, Campania e Abruzzo) opere infrastrutturali, di urbanizzazione primaria e di connessone alla rete stradale e ferroviaria, ma – come ha assicurato Carfagna - anche la volontà di mettere mano ad una modifica della normativa in vigore rimettono in pista progetti e programmi di nuove localizzazioni industriali e di nuovi posti di lavoro. I limiti riscontrati dall’istituzione delle Zes ad oggi sono principalmente burocratici. Il ministro non lo ha nascosto: «La burocrazia – ha detto - deve essere snellita e bisognerebbe coinvolgere anche le Regioni nella nomina dei Commissari». A proposito di commissari, la nomina di Gianpiero  Marchesi a commissario per la Zes Jonica (Puglia-Basilicata), che appartiene al precedente Governo Conte (20 dicembre 2020), non ha completato i suoi passaggi burocratici e lo stesso esperto di investimenti pubblici e progettazione europea non si è ancora insediato ufficialmente, limitandosi ad una presentazione ai tavoli che periodicamente le due Regioni e l’Autorità Portuale di Taranto tengono (in videoconferenza) per fare il punto della situazione. L’attenzione delle Regioni Puglia e Basilicata, di imprese e sindacati è, dunque, rivolta prioritariamente a quella che il ministro ha etichettato come «una riforma organica perché così come sono oggi le Zes – ha ammesso Carfagna - rischiano di essere delle scatole vuote».

Tra chi lavora da tempo alla semplificazione della normativa in vigore c’è un gruppo di lavoro insediato dalla Camera ItalAfrica coordinato dal prof. Piero Sandulli, ordinario all’ Università di Teramo, con la presenza di esperti, professori universitari. «La nostra proposta di modifica – spiega Alfredo Cestari, presidente di ItalAfrica, particolarmente attiva per promuovere investimenti dall’estero nelle Zes del Sud e nello specifico quelle appulo-lucane e adriatica – intende rafforzare il ruolo strategico di queste aree eliminando la previsione di una “governance territoriale” delle Zes (Comitati di Indirizzo) le quali sono solo una duplicazione amministrativa di attività che potrebbero essere svolte in modo più unitario ed uniforme attraverso un Dipartimento ad hoc, con modalità di azione e gestione analoghe a quello del personale altamente specializzato in tema di sviluppo territoriale, internazionalizzazione delle imprese, gestione e finanza d’impresa».
Per Cestari «altro aspetto innovativo che cogliamo dalle prime anticipazioni sulla “svolta” del ministro Carfagna riguarda i programmi energetici per il Sud. Come ItalAfrica in prosecuzione dell’attività riferita al Progetto Sud Polo Magnetico stiamo lavorando nel campo “Protocolli energetici” per ridurre il costo dell’energia per le imprese operanti nelle Zes e più in generale per l’ incremento della competitività delle imprese, sia in maniera diretta, attraverso la consulenza e l’assistenza tecnica per il sostegno finanziario agli investimenti, sia in maniera indiretta, attraverso azioni volte al potenziamento delle infrastrutture materiali ed immateriali. Un’attività che si svolge in forma sinergica per offrire pari opportunità alle imprese che investiranno e quindi si localizzeranno in ciascuna delle quattro Zes del Sud. Sarebbe utile che gli amministratori delle Regioni Puglia e Basilicata, la classe dirigente e politica delle due regioni, in sintonia con la Carfagna – dice Cestari – dedicassero più tempo e impegno ai temi della cooperazione internazionale per affrontare con adeguata metodologia e visione l’importante fase di gestione che deriva dal Recovery Fund e dalla programmazione comunitaria 2020-2026». Se non si investe in infrastrutture fondamentali, quali strade, interporto, aeroporto, piattaforma logistica, il rischio è di sprecare le ultime opportunità che arriveranno al Sud.

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