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AstraZeneca, in Puglia lo stop lascia 38mila dosi in frigorifero

 
Massimiliano Scagliarini

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Massimiliano Scagliarini

AstraZeneca, in Puglia lo stop lascia 38mila dosi in frigorifero

L'elenco dei primi 100 furbetti pugliesi: anche artigiani e avvocati

Giovedì 18 Marzo 2021, 13:00

I 40mila over 80 pugliesi che avevano chiesto la vaccinazione a domicilio potrebbero in gran parte essere spostati in ambulatorio. Otterrà la somministrazione a casa soltanto chi si trova in «Adi» o ha effettivamente problemi a deambulare. In attesa dell’avvio del servizio in collaborazione con i medici di famiglia (dal 6 aprile) le Asl hanno cominciato a richiamare chi si è prenotato in farmacia o attraverso il Cup, per confermare la richiesta o riprogrammare l’appuntamento in uno dei centri pubblici.

Far fronte a 40mila prestazioni domiciliari (12mila solo a Bari e provincia) è infatti praticamente impossibile in tempi brevi, perché l’organizzazione è complessa e sconta difficoltà logistiche (la fiala del Moderna contiene 10 dosi e va utilizzata entro 6 ore). La stima è che, tolto il 10-15% di anziani che è già in carico ai servizi territoriali, la quota di persone allettate o comunque non deambulanti sia infinitamente più bassa: forse al di sotto delle 10mila. Soltanto riducendo i numeri si riuscirà a comprimere i tempi, considerando comunque che - con i richiami - l’operazione andrà avanti per tutto il mese di maggio.
Lo stop alle somministrazioni di AstraZeneca fa sì che la Regione abbia in giacenza 37.800 dosi, che saliranno a 45mila entro fine settimana. Salvo revisioni nelle pianificazioni, entro dal 1° marzo alla prima settimana di aprile è previsto l’arrivo in Puglia di 532mila dosi dei tre vaccini, di cui 166.500 di AstraZeneca, 50.500 di Moderna e 315.900 di Pfizer. Sono le quantità necessarie ad attivare le previsioni del nuovo piano vaccinale, che include anche over 70 e pazienti fragili, ma che potrebbe a sua volta essere rivisto se - per qualunque motivo - la sospensione nell’utilizzo di AstraZeneca dovesse prolungarsi. Al momento gli ambulatori pugliesi stanno già riprogrammando a inizio aprile i pazienti saltati negli ultimi tre giorni: tra loro anche persone, soprattutto insegnanti, che devono sottoporsi alla seconda dose. Al momento le operazioni (che riguardano gli over 80) vanno avanti regolarmente, toccando quota 120mila somministrazioni. Ma la Regione - lo ha spiegato due giorni fa l’assessore alla Salute, Pier Luigi Lopalco - teme che alla ripresa con AstraZeneca possano esserci problemi in termini di fiducia: la paura, che già la scorsa settimana ha fatto osservare qualche rinuncia di troppo, potrebbe insomma incidere negativamente sul prosieguo della campagna vaccinale.

Intanto vanno avanti gli approfondimenti sulle liste dei vaccinati, alla ricerca delle persone che potrebbero aver ottenuto la somministrazione senza averne diritto. In mano alla Procura di Bari ci sarebbe infatti un primo elenco contenente un centinaio di nomi. Professionisti, artigiani e impiegati classificati come «personale sanitario» (non solo a Bari ma anche, e soprattutto in Salento), così come un lungo elenco di minori cui sarebbero stati somministrati i vaccini Pfizer (in particolare ad Andria). La polemica tracima anche nel mondo politico. Il capogruppo regionale di Fi, Stefano Lacatena, ha scritto al coordinatore del Nucleo ispettivo regionale, Antonio La Scala, per segnalare che sarebbero diversi i casi in cui a fine giornata le dosi residue vengono gettate via «quando anche il generale Figliuolo ha emanato un’ordinanza per ottimizzare l’impiego ed evitare gli sprechi». E Fabiano Amati (Pd) chiede che la Regione gli fornisca l’elenco delle persone vaccinate «per esercitare le funzioni di controllo», richiesta che finora non è stata soddisfatta.

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