BARI - Presidente Emiliano, come vede il ritorno di Enrico Letta da segretario nel «campo di battaglia» del Pd?
È una buona notizia ed è anche il segno della capacità del Pd di rinnovarsi ed essere un partito vero, dove non c'è un padrone che comanda ma una comunità che lavora insieme. Letta ha sofferto in silenzio quando sette anni fa fu defenestrato da premier e abbandonato dal partito. Lo stesso partito oggi lo acclama all'unanimità come segretario e questo significa che in sette anni il Pd è molto cambiato, a mio parere in meglio e grazie anche al lavoro prezioso svolto da Nicola Zingaretti.
Riuscirà, secondo lei, a riprendere le redini di un partito logorato più di tutti gli altri dai continui capovolgimenti di fronte al governo?
Il Pd è il perno di questo governo assieme al Movimento 5 Stelle, perché la Lega Nord appare più prigioniera di se stessa avendo dovuto ingoiare un cambiamento a 360 gradi della propria impostazione politica sulle due questioni principali che l’avevano caratterizzata: politiche migratorie e ostilità nei confronti dell’Unione europea. Adesso il Governo è fortemente europeista e guidato da un economista keynesiano, allievo di Federico Caffè fautore del salvataggio dell’euro. Mi chiedo con quale acrobazia la Lega si sia disfatta di tutto il suo armamentario ed abbia oggi suoi uomini cardine seduti al fianco dei Ministri del Pd, di Leu e del M5S. Questo è un governo nel quale il Partito democratico proprio perché non è un partito personale svolge un ruolo essenziale.
Voto a 16 anni e Ius soli sono gli obiettivi radicali che Letta ha in mente. Che ne pensa, partendo dal presupposto che soprattutto sullo Ius soli i dem hanno linee spesso contrapposte?
Nascere in un paese rispettandone le leggi ed accettandone i valori costituisce una ricchezza per l’Italia e per gli italiani, che vivono anzi una crisi demografica drammatica e che hanno bisogno di forza lavoro. Se poi questo corrisponde anche a una visione del mondo basata sull’accoglienza e sull’uguaglianza di tutte le persone, come è per noi della sinistra, non vedo per quale motivo il nostro segretario non debba ribadire che diritti, valori ed economia si realizzano con la stessa decisione politica.
Sulla legge elettorale per ora l'ex premier ha glissato. Eppure è tesi comune che solo le preferenze potranno portare il Pd a parlare dei problemi concreti del Paese. È così?
Io sono per un sistema elettorale che abbia, come nei Comuni e nelle Regioni, preferenze e possibilmente indicazione del premier di coalizione.
Letta ha posto l'accento su «una nuova identità tra il Papa e Berlinguer». La convince?
Sia Enrico Berlinguer che Papa Francesco sono tra le persone che amo di più nella mia vita. E quindi sono felice che Enrico abbia colto un nesso tra queste due bellissime storie perché credo che molti italiani la pensino alla stessa maniera.
Il segretario punta a un nuovo Ulivo che guarda anche ai renziani e solo dopo ad un'alleanza con i 5Stelle. Per lei Renzi resta una nota dolente?
Posso solo rispondere con una battuta che ho fatto l’altro giorno in tv, e cioè che Renzi oggi si ritrova con il Partito democratico guidato da Enrico Letta e il Movimento 5 Stelle guidato da Giuseppe Conte. Lui ci ha messo del suo per arrivare a questo risultato e non vedo perché non debba far parte di questa alleanza tra Pd e M5S con a capo i due presidenti del Consiglio che ha defenestrato. Certo non sarà facile per lui giustificarsi del passato e quindi gli faccio molti auguri. Come dimostrano le amministrazioni regionali della Puglia e del Lazio, la coalizione tra questi due partiti è la futura linea politica di entrambi.
È d'accordo a far rientrare chi ha fatto la scissione?
Roberto Speranza sta facendo un lavoro egregio e io sarei felice se lui e i suoi rientrassero nel Pd.
Lei, presidente, non ha mai nascosto le sue simpatie per Giuseppe Conte. Non c'è il rischio che l'ex premier, e ora uno dei leader 5Stelle, cannibalizzi i voti del Pd e, al contempo, anche la premiership di Letta?
Il mio rapporto con Letta e con Conte e ottimo ed è evidente che in ogni coalizione esiste una collaborazione competitiva che deve stimolare entrambi a fare del loro meglio.
A proposito, come va in Puglia con i 5Stelle?
Mi sto trovando benissimo sia dal punto di vista politico, ma questo lo sapevo già essendo stato il primo nel Pd a sostenere le ragioni di questa alleanza, ma anche dal punto di vista umano perché la mia coalizione ha acquisito meravigliose persone piene di entusiasmo e valori civili.
Che ne pensa del correntone dei governatori e dei sindaci dem che fa riferimento al suo collega dell'Emilia Romagna, Stefano Bonaccini?
Semplicemente che non esiste. Stefano Bonaccini sostiene il governo Draghi e la segreteria Letta esattamente come me.
Parliamo d'altro. Da ieri siamo in lockdown. L'impennata dei contagi la preoccupa?
Stiamo fronteggiando da più di un anno questa pandemia e abbiamo sempre mantenuto il controllo della situazione anche se non sono mancati momenti di grande tensione. Le pandemie sono come le guerre e si giudicano alla fine. Non durante il combattimento. Io sono certo che tutti stanno facendo il loro meglio e che le mie disposizioni anche quando sono dure e difficili da accettare vengono comunque eseguite nonostante ci siano da un lato i timori di contagio e dall’altro quelli delle perdite economiche. Economia e sanità vanno tenute continuamente in equilibrio in uno stop and go sicuramente sfibrante ma che costituisce l’unico metodo possibile.
Ha fatto il vaccino? Lo farà?
Non ancora, lo farò quando sarà il mio turno.
In Italia l'Aifa ha bloccato in via precauzionale il vaccino Astrazeneca. Ci saranno ripercussioni sul programma vaccinale il Puglia?
Abbiamo immediatamente sospeso le somministrazioni su indicazione di Aifa e attendiamo istruzioni dal commissario Figliuolo.