Sabato prossimo, sport pugliese alle urne. Si voterà per l’elezione del presidente regionale del Coni Puglia per il quadriennio olimpico 2021/2024 e per la giunta che governerà l’attività sportiva pugliese. Angelo Giliberto, candidato unico, si appresta a raddoppiare il mandato in scadenza. Giliberto 65 anni il prossimo aprile, nato a Cerignola ma barese d’adozione, è da sempre uomo di sport. Prima di approdare alla massima carica del Coni regionale, ha ricoperto ruoli di dirigente di società, oltre alla presidenza della Fidal per tre mandati consecutivi (2005 al 2017) e la vicepresidenza dello stesso Coni.
Presidente, partita vinta... senza neanche giocare? Non è proprio così la regola non scritta dello sport.
«Mi permetto di dissentire. Il tutto viene invece fuori dal sostegno di tutte le federazioni, vuol dire che fra di noi non c' è animosità. E questo è un fattore che fa la differenza».
Come si regge le sport pugliese in tempi di pandemia?
«Male. È un periodo di incertezza per tutti, quindi anche per lo sport. Ma questa incertezza è legata anche a una legge (è intervenuto il Cio in pressing sul Governo nei mesi scorsi; l’Italia ha rischiato di partecipare alle prossime Olimpiadi di Tokyo senza bandiera; ieri il Senato ha confermato la fiducia al Governo sul cosiddetto decreto Coni, poi toccherà alla Camera, ndr) che ancora deve essere definita e che in sostanza ha condizionato l’attività del Coni. Ovviamente tutta la struttura ne ha risentito a cascata. Ma i nostri progetti vanno avanti, come quello dei centri Coni. Sperando che venga risolto tutto al più presto».
Piscine e palestre, soprattutto, chiuse. O con attività ridotta. Molte scuole calcio, o basket, o volley o di altre discipline sportive, hanno ridimensionato l'attività. Tante piccole-grandi realtà rischiano di sparire. Sembra uno scenario sportivo-apocalittico.
«Ma c’è tanta voglia di tornare a fare sport. E lo si vede dalla gente che si riversa nei parchi o dove è possibile fare sport in sicurezza, in particolare nelle zone aperte. Purtroppo gli impianti sopra citati per il momento devono rimanere chiusi perché così prevede la legge».
Cosa resta del suo primo mandato?
«Nel quadriennio appena trascorso si sono concretizzate tutte le iniziative che hanno permesso a tanti giovani di praticare sport. Basti pensare, giusto per citare qualche numero, che nel 2017 erano 156 mila gli atleti agonisti tesserati, mentre nel 2020 sono diventati 207 mila, dati Istat. Tutto questo ha fatto sì che i contributi della regione allo sport saino passati da 800 mila euro a 21 milioni, di cui 8 milioni per la ristrutturazione di impianti sportivi».
Dopo aver dato... i numeri?
«C’è il sostegno ai licei sportivi ed alle scuole ad indirizzo sportivo; il sostegno a progetti sportivi per il recupero di minori disagiati (società sportive) che operano nelle scuole, nelle periferie o in zone a forte disagio sociale. Queste sono “cose” molto importanti per il sottoscritto. Mi piace ricordare il progetto sport, alimentazione e mobilità per le scuole primarie, meglio conosciuto come “Sbam”; o quello per la prevenzione sanitaria e sporterapia finanziati dlla sanità, conosciuto come “sport in cammino”».
Perché si ricandida?
«Mi ricandido per continuare il programma avviato quattro anni fa, soprattutto per quanto riguarda la tutela sanitaria di tutti gli sportivi: legge quadro sulla medicina dello sport; libretto sanitario informatico per gli atleti diventato necessario oggi ai tempi della pandemia; medicina sportiva inserita nelle branche di medicina preventiva; adeguamento dei codici per la ricetta dematerializzata. In verità, oggi l’Europa ci chiede digitalizzazione e informatizzazione di tutti i processi, non solo di quelli medici».