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Regione Puglia, Barone in giunta: grillini ai ferri corti, Laricchia contro Crimi

 
Michele De Feudis

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Michele De Feudis

Regione Puglia, Barone in giunta: grillini ai ferri corti, Laricchia contro Crimi

Secondo l'ex candidato governatore del M5S quella del coordinatore politico sarebbe una scelta illegittima

Domenica 31 Gennaio 2021, 14:05

Il via libera nazionale a Rosa Barone nella giunta pugliese è viziato da una «sorta di illegittimità» e la ricostruzione delle conquiste dei 5S in maggioranza con Emiliano non è veritiera. Antonella Laricchia, consigliere regionale pentastellata, già candidato governatore, dopo giorni di silenzio meditativo, con un post sui social ha duramente criticato l’operato del capo politico del Movimento, Vito Crimi, che ha approvato - in attesa di un ormai fantomatico voto su Rousseau - l’ingresso della grillina Barone nell’esecutivo Emiliano.

Per la Laricchia si tratta di «una brutta pagina di storia», e per questo chiama in causa il senatore siciliano: «Autorizzando la nomina di un assessore del Movimento 5 Stelle nella giunta regionale di centrosinistra, nei giorni scorsi Vito Crimi ha dato un’ulteriore e violenta picconata alla credibilità del M5S e a me dispiace troppo che sia tanto difficile, per lui e per qualcun altro, capire che un M5S poco credibile è un M5S che non riesce più a cambiare in meglio la vita dei cittadini».

Da qui l’obiezione procedurale: Crimi ha dato l’ok al patto «con un post sulla sua personale pagina Facebook e non sul canale ufficiale d'informazione del M5S, indizio di una sorta di “illegittimità” dell’atto compiuto. Un atto probabilmente pianificato da tempo, ma che appunto a lungo è stato impossibile da realizzare, per via della nostra storia e dei nostri valori, e dunque non restava che cogliere il giorno delle dimissioni del presidente del Consiglio dei Ministri per farlo».

Poi l’attacco politico frontale a Crimi: «L’autorizzazione alla nomina viene presentata come la fine di un percorso di condivisione di temi e ottenimento di risultati, ma non c'è niente di vero in questa narrazione dei fatti. Pensate che ai consiglieri del M5S che si sono prestati a questo, fu suggerito di confrontarsi con Michele Emiliano, scegliendo i punti del nostro programma elettorale più accettabili dalla sua maggioranza. Credo che quando il M5S voglia confrontarsi con la vecchia politica, debba piuttosto puntare a farle accettare cose che, senza la collaborazione con noi, non avrebbe fatto mai».

La Laricchia accusa i colleghi governisti di poltronismo e prefigura uno scambio tra l’assessorato pugliese e le candidature a sindaco delle grandi città (che rientrerebbero in uno scambio con i dem).

C’è nella nota della consigliera di Adelfia anche un richiamo alle istanze della base disattese: «Non posso dimenticare che centinaia e centinaia di iscritti pugliesi hanno chiesto a Vito Crimi almeno un incontro e per ben due volte un voto su Rousseau immediatamente. Questo capo politico reggente, in quattro mesi non ha mai trovato il tempo e la motivazione di ascoltare gli iscritti della forza politica che dirige. Tuttavia, è corso subito ad accontentare Emiliano che, a quanto pare, non poteva più aspettare.

Così, ha offeso gli iscritti e la piattaforma Rousseau, anticipando con la nomina il momento del voto, rimandato di chissà quanto e percepito ormai sempre più inutile (già era grave offendere Rousseau utilizzandolo per tentare di sovvertire il risultato di un'elezione regionale) e orientato», ha concluso, lasciando intendere che il conflitto con i vertici grillini sia difficilmente ricucibile.

Si schiera invece Rosa Barone il senatore salentino Iunio Valerio Romano che accoglie con favore la scelta di Crimi: «La politica è condivisione, laddove emerga uno spazio di dialogo realmente disinteressato e votato all’interesse dei cittadini».

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