Giuseppe Conte si è dimesso dall'incarico di presidente del Consiglio e adesso si apre la complicata fase politica e costituzionale che si concluderà solamente quando un nuovo presidente del Consiglio e si suoi ministri giureranno nelle mani del presidente della Repubblica. Alla fine le pressioni degli alleati, in particolare del Partito democratico, hanno convinto Giuseppe Conte: il premier salirà stamattina al Quirinale per rimettere il proprio mandato e provare a ottenere un nuovo incarico per un governo con un appoggio più ampio. Si aprirà così formalmente una crisi innescata dall’uscita di Italia viva e che finora l’avvocato pugliese era riuscito a contenere con un doppio voto di fiducia in Parlamento.
Intanto il premier è arrivato a Palazzo Chigi per il Consiglio dei ministri in cui comunicherà alla sua squadra di governo la decisione di andare al Quirinale a rassegnare le dimissioni. “Ringrazio l’intera squadra di governo, ogni singolo ministro, per ogni giorno di questi mesi insieme” ha detto il premier alla sua ormai ex squadra di governo. "Sostegno e compattezza", hanno risposto i capi delegazione delle forze di maggioranza, Alfonso Bonafede (M5S), Dario Franceschini (Pd) e Roberto Speranza (Leu). Poi un lungo applauso ha chiuso il Consiglio dei ministri. A mezzogiorno la seconda tappa della giornata di Conte: puntuale è salito al Colle per la formalizzazione delle dimissioni, aprendo così una delicata crisi di governo. Da questo momento in poi, tutti gli scenari che dovrà valutare il capo dello Stato sono possibili. Prima però Sergio Mattarella avvierà consultazioni lampo con tutte le forze politiche, dal reincarico al premier uscente per un "ter", come sperano Pd, M5s e Leu, fino alla soluzione estrema dello scioglimento delle Camere. Su Renzi, solo un breve commento della vicepresidente del Pd, Deborah Serracchiani: "Nessuno può mettere veti a nessuno e in politica mai dire mai". Intanto, l'avvocato deve trovare una soluzione in tempi rapidi. Conte spenderà le prossime 48 ore nel tentativo di sopravvivere anche a questa crisi. Sa di avere soltanto due giorni per favorire la nascita di un gruppo di "costruttori" e ottenere l'incarico a formare un esecutivo di "salvezza nazionale". Sostiene di aver parlato personalmente con dodici responsabili. Ma è consapevole anche che finora nessuno si è manifestato alla luce del sole. Se non dovessero farlo prima di mercoledì pomeriggio, l'impresa diventerà quasi impossibile.
Ecco cosa succederà step by step nell'arco di questa complicata giornata.
La crisi di governo è formalmente aperta - Sono state ufficialmente annunciate le dimissioni di Giuseppe Conte, subito dopo la fine del colloquio al Quirinale tra il capo dello Stato Sergio Mattarella e il capo del governo Giuseppe Conte, che aveva già annunciate la sua decisione questa mattina durante il Cdm. Conte spera a questo punto in un reincarico da parte del Capo dello Stato per formare un Governo Conte ter con una maggioranza allargata a un manipolo di parlamentari “responsabili” e forse anche aperta al rientro di Italia Viva, malgrado lo strappo con Matteo Renzi. Le dimissioni di Conte si sono rese di fatto necessarie in vista del voto sulla relazione del ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, sulla quale la maggioranza attuale non avrebbe avuto i numeri.
Il Quirinale: “Conte si è dimesso, consultazioni da domani pomeriggio” – E’ avvenuta la lettura del comunicato ufficiale da parte di Ugo Zampetti, segretario di Stato: “Conte ha rassegnato le sue dimissioni, ma resterà in carica per espletare le sue funzioni fino alla creazione di un nuovo governo. Le consultazioni avranno inizio domani pomeriggio, mercoledì 27 gennaio”.