Senatrice Carmela Minuto (Forza Italia) ha votato contro la fiducia all’esecutivo giallorosso e ha ricevuto un grande applauso dai suoi colleghi di partito e dal resto dell’opposizione. Una scelta chiara fin dall’inizio o sofferta?
«Interrogarsi su cosa sia giusto fare nei momenti più delicati credo sia doveroso per chi faccia parte delle istituzioni e voglia dare il proprio contributo nelle discussioni importanti. Diversamente, non si svolgerebbe il ruolo per cui si è eletti. In questo momento particolare ho ritenuto di non dare la fiducia al Governo, restando convintamente nella coalizione con cui sono stata eletta in un collegio uninominale. Il plauso dei miei colleghi mi ha ripagato di tutte le falsità che sono state dette e scritte sul mio conto».
Ecco, appunto. Molti commentatori l’avevano individuata, fin da subito, come una dei possibili «responsabili» o «costruttori». E, cosa piuttosto pesante, è stato scritto che lei avrebbe potuto approfittare di questa situazione per convenienza personale. Tutte falsità?
«Dal proprio cuor l’altrui misura. Credo che tale brocardo faccia al caso. Sarebbe stato conveniente per me votare la fiducia? Forse sì. Credo, però, che quando le scelte risultano di fondamentale importanza per la vita degli altri, l’interesse non può e non deve essere al centro delle proprie decisioni. Tale esempio ho voluto dare ai miei figli»
Ma le sono arrivate offerte o proposte dalla maggioranza in questi giorni di trattative?
«Avendo un po’ di esperienza me le aspettavo e per tale ragione ho spento il telefono. Cosa di cui hanno dato testimonianza anche i media. Il Tg1, addirittura, mi risulta abbia provato in diretta a chiamarmi ed ha constatato che non ero raggiungibile»
Anche dopo il voto a Palazzo Madama, è partita una nuova caccia ai «responsabili». Una sorta di Fase 2. Esclude ripensamenti?
«Ho sempre preso le mie decisioni analizzando i contenuti del progetto politico. Non credo che il gruppo parlamentare che potrebbe formarsi a sostegno del Governo sia il frutto di un percorso politico progettuale ma che abbia solo uno scopo»
Nell’ultima intervista alla Gazzetta del Mezzogiorno lei ha dichiarato di essere favorevole a un Governo di unità nazionale. Un’idea che, però, non sembra entusiasmare il suo partito e, ancor più, la coalizione conservatrice. È ancora di questo avviso?
«L’appartenenza ad un partito non vieta di avere personali opinioni. Ritengo auspicabile, ora più che mai, un governo diverso, magari a guida centrodestra, che sia, però, di unità nazionale»