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L'addio di De Filippo a Iv: «Voterò la fiducia a Conte»

 
Massimo Brancati

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Massimo Brancati

L'addio di De Filippo a Iv: «Voterò la fiducia a Conte»

foto Tony Vece

Torna alla 'casa madre' del partito democratico

Lunedì 18 Gennaio 2021, 13:00

Oggi voterà la fiducia al Governo Conte. Non condivide la rottura di Renzi e si smarca da Italia Viva tornando in quella che definisce la «casa-madre», il Partito democratico. L’on. Vito De Filippo, 58 anni, già governatore lucano ed ex sottosegretario in diversi governi di centrosinistra, motiva la sua scelta spiegando di aver espresso un disagio in varie occasioni: «Su tante posizioni che ha assunto Italia Viva mi sentivo estraneo, non condividendo a volte il tono e il merito».

Su quale argomento, per esempio?
«Sull’emergenza sanitaria non ho apprezzato l’atteggiamento del partito che, a mio giudizio, non è stato sufficientemente rigorista».

Prima di uscire allo scoperto, ha avvisato Renzi della sua decisione? E cosa le ha detto?
«Certo, gli ho mandato un messaggio. Non ha condiviso e si è detto dispiaciuto. Non potevo fare altrimenti. Questa crisi di Governo proprio non ci voleva...».

Perché?
«È una scelta al buio. Un conto è criticare, provare ad aprire un dibattito anche forte su certi temi, un altro è andare a gamba tesa in un momento storico così delicato come quello che stiamo vivendo. In un Governo di coalizione, con quattro partiti, è fisiologica una divergenza, ma ritengo assolutamente sbagliata l’apertura di una crisi, dagli esiti imprevedibili, in un Paese che sta vivendo la terza ondata di una pandemia epocale, con difficoltà evidenti nell'economia. Si può essere in disaccordo su alcuni temi ma Matteo è andato decisamente oltre».

Cosa gli rimprovera in particolare?
«Non ha compreso la necessità di impegnarsi a trovare punti di mediazione in un Governo di coalizione».

Qualcuno all’interno del suo, ormai, ex partito l’accusa di averlo informato sulla sua uscita a cose fatte...
«Falso. Ho scritto nella chat dei miei colleghi in parlamento, spiegando tutto. Sono per carattere «decisionista» nel rispetto della mia coscienza. Forse sbagliando, ma quando mi convinco non conosco indugi, come in questo caso».

Renzi l’ha indicata come esempio da non seguire, invocando unità e spiegando che Conte non ha i numeri necessari alle Camere. Come sono i suoi rapporti con chi ha scelto di restare in Italia Viva?
«Sono buoni dal punto di vista umano. Almeno credo. Vorrei conservare intatti i miei sentimenti di amicizia e di affetto. Ho ringraziato tutti e non rinnego la mia adesione a Italia Viva. Fu trasparente e sentimentale. Matteo e Maria Elena (Boschi) sanno bene come fu la mia decisione quando scelsi Italia Viva».

Lascia Renzi e contestualmente torna in un Pd nel quale, aderendo a Italia Viva, lei non credeva più...
«Me n’ero andato perché pensavo che fosse necessario spostare la rotta più a centro».

Ma è vero che nel Pd ci sarebbero segmenti che non fanno salti di gioia, per usare un eufemismo, di fronte al suo ritorno?
«Non mi risulta. Chiacchiere da bar, anzi da social. Il mio rientro è stato voluto e sostenuto ai più alti livelli e dopo un lineare confronto a cominciare con Zingaretti e Franceschini. Il capogruppo dem alla Camera, Graziano Delrio, con cui ho da sempre un ottimo rapporto, ha pubblicamente apprezzato la mia scelta di fronte a una crisi di Governo che, lo ribadisco, è contraria agli interessi del Paese. Ritorno nel Pd, non avevo mai cambiato partito avendo seguito l’evolversi lineare della formazione che ha fondato il Pd. Conserverò l’esperienza in Iv con rispetto e anche con commozione».

Nessuno ha tentato di farle cambiare idea?
«Sono stato chiaro fin da subito e tutti sapevano che non condividevo alcune posizioni del partito. Sa come ho chiuso il mio messaggio sulla chat? La decisione come l’azione e come la musica ha un solo tempo: l’emozione. E io ne ho ancora tanta».

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