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Didattica a distanza in Puglia: il nuovo esposto del Codacons

 
Massimiliano Scagliarini

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Massimiliano Scagliarini

Didattica a distanza in Puglia, ecco il nuovo esposto del Codacons

Ricorso di un gruppo di genitori rappresentati dal Codacons di Lecce

Martedì 12 Gennaio 2021, 11:01

L’ordinanza del 5 gennaio con cui il presidente Michele Emiliano ha disposto che fino a venerdì le scuole pugliesi restino in Did crea confusione e non è giustificata dalle condizioni epidemiologiche della regione. È per questo che un gruppo di genitori rappresentati dal Codacons di Lecce ha presentato un nuovo ricorso al Tar di Bari, sulla falsariga di quello che il 6 novembre portò i giudici amministrativi a sospendere il primo provvedimento di Emiliano sulle scuole elementari e medie: anche stavolta l’associazione di consumatori ha chiesto l’emissione di un decreto monocratico urgente. La discussione del ricorso non è stata fissata e potrebbe non avvenire prima della scadenza dell’ordinanza, ma la partita potrebbe essere più complessa. La Regione sta infatti valutando se prorogare l’ordinanza anche oltre venerdì, esattamente come già avvenuto. In quel caso i giudici amministrativi avrebbero tempo per esaminare la richiesta urgente di sospendere il provvedimento.

Quelli presentati dal Codacons al Tar di Bari sono tecnicamente motivi aggiunti al ricorso di ottobre. La scorsa settimana, come noto, Emiliano ha ordinato a tutte le scuole (non solo elementari e medie, ma anche superiori) di attrezzarsi per la Didattica integrata digitale, salvo che i genitori non facciano espressa richiesta di frequenza in classe: in questo caso deve essere garantita a chi è a casa la possibilità di seguire le lezioni in sincrono con chi è in presenza. Il Codacons ha anche stigmatizzato il post su Facebook dell’Epifania (poi modificato) con cui Emiliano ha «ordinato» alle famiglie di tenere i figli a casa, fornendo indicazioni contraddittorie, rilevando che il presidente avrebbe utilizzato “in maniera totalmente surrettizia” i poteri di ordinanza emanando un provvedimento in contrasto con il quadro normativo nazionale. Il risultato sarebbe una “violazione del diritto allo studio” degli alunni pugliesi. L’associazione ha poi depositato il report dell’Istituto superiore di sanità sui focolai scolastici, che per la Puglia documenta numeri estremamente bassi e tali – secondo il ricorso – da non giustificare l’interruzione dell’attività didattica in presenza.

Ma non tutti sono d’accordo con questa impostazione: i sindacati ad esempio chiedono di lasciare le aule chiuse. «Chiediamo alla Regione una settimana di precauzione con tutti gli studenti in didattica a distanza - spiega Gianni Verga, segretario regionale della Uil che ieri ha tenuto una protesta dinanzi alla Regione -. Se c'è pericolo di contagi, lo si dica con un provvedimento come hanno fatto altre Regioni, ma la scelta non può essere delegata alle famiglie”.

(una pagina del ricorso)

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