Il bando, pubblicato lunedì, scadrà alla mezzanotte di oggi. In palio ci sono - tramite una agenzia interinale - 236 posti a tempo determinato all’Arpal, l’Agenzia per il lavoro della Puglia già al centro di feroci polemiche durante la campagna elettorale per il maxiconcorso che ha ricevuto 60mila domande ed è stato bloccato per il covid.
Una procedura, quella affidata adesso alla napoletana Jobitalia, che ha sollevato l’ennesima bufera: appena cinque giorni per partecipare a un bando che chiede al momento della domanda - tra l’altro - di rispondere a quattro quesiti giuridici. I posti in palio sono per diplomati e laureati, ma i titoli richiesti sono assolutamente generici. Tanto da far dubitare, a maggioranza e opposizione, che possa trattarsi di una procedura sartoriale.
Ieri sono arrivate anche le critiche della Cgil: “Un’iniziativa senz’altro discutibile - secondo il segretario della Fp Cgil, Domenico Ficco -. Si cerca di colmare le mancanze determinate da anni di tagli e definanziamento al settore pubblico con un’iniezione di precarietà, senza ragionare né di obiettivi strategici dell’Agenzia né di creazione di benessere per i lavoratori e l’utenza. Si continua ad alimentare il paradosso per cui precari e precarissimi sono chiamati ad assolvere al ruolo di orientare e guidare disoccupati, inoccupati e le fasce più fragili della popolazione nel mercato del lavoro». Oltre ai candidati al maxiconcorso (60mila per le posizioni a termine e 47mila per quelle a tempo indeterminato), l’Arpal ha in carico 248 Navigator assunti con contratti cococo per 18 mesi e in scadenza ad aprile 2021. Durissimo il giudizio del segretario della Cgil pugliese, Pino Gesmundo: «Chiediamo che si faccia chiarezza rispetto alle scelte assunte e le prospettive occupazionali dell’Arpal. Si manca di rispetto ai tantissimi, giovani e non, che, pur sperando in un’opportunità concreta di lavoro, oggi sono di nuovo vittima del ricatto della precarietà. Chiediamo l’immediata convocazione delle parti sociali, affinché questa vicenda non diventi l’ennesima beffa ai danni dei lavoratori».
Critiche sono arrivate anche dai grillini pugliesi. «Perché procedere a 236 nuove assunzioni a tempo determinato, in attesa del concorsone che è stato rinviato a causa dell’emergenza Covid? Perché non rinnovare i contratti esistenti? Quali sono state le procedure seguite per la selezione della società di somministrazione che si sta occupando di queste assunzioni?» chiedono i consiglieri Rosa Barone, Cristian Casili, Grazia Di Bari, Marco Galante e Antonella Laricchia al commissario dell’Arpal, Massimo Cassano. «Leggiamo di offerte di lavoro difficili da trovare sul sito dell’agenzia interinale e non una parola sulle procedure di selezione. E non basta dire, come affermato da Cassano, che delle selezioni si occupa l’agenzia interinale: Arpal può e deve vigilare. Sappiamo che è necessario implementare il personale dei centri per l’impiego, ma servono procedure chiare, e non un bando di pochi giorni e senza requisiti chiari». Sulla stessa linea anche Fratelli d’Italia: «Nell’attesa che venga fatta chiarezza e che a Cassano torni la memoria, il presidente Michele Emiliano blocchi immediatamente la selezione del personale: abbiamo approvato una legge regionale che vietava (almeno fino al 30 settembre scorso) all’Arpal le assunzioni attraverso il sistema di lavoro interinale proprio perché ci sarebbe stato il concorso pubblico. Ora è pur vero che il Covid sta bloccando tutti le prove concorsuali, ma perché procedere con l’assunzione di 236 persone che saranno mandate via non appena ci saranno i vincitori? A meno che Emiliano non intenda procedere a stabilizzazioni degli amici e amici degli amici ed evitare le selezioni pubbliche che premiamo i più meritevoli»