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Dpcm, la Federazione Italiana Pubblici Esercizi corre ai ripari: «Solo il 3-5% di contagi in bar e ristoranti»

 
Michele De Feudis

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Michele De Feudis

Dpcm, la Federazione Italiana Pubblici Esercizi corre ai ripari: «Solo il 3-5% di contagi in bar e ristoranti»

Parla Nicola Pertuso, presidente regionale e dirigente nazionale della Federazione

Martedì 20 Ottobre 2020, 12:02

«È indispensabile in questo frangente tranquillizzare i clienti sulle modalità di applicazione dell’ultimo Dpcm: unendo sicurezza e tranquillità, rispettando i protocolli, si può continuare a frequentare pubblici esercizi e ristoranti»: Nicola Pertuso, presidente regionale e dirigente nazionale della Federazione italiana pubblici esercizi, interviene nel dibattito sugli effetti dei nuovi provvedimenti del governo.

«Esercenti e gestori, insieme ai clienti-cittadini, hanno bisogno di chiarezza, oltre ogni ragionevole dubbio - puntualizza - così si evita che qualcuno diserti ristoranti o negozi a causa di timori infondati». Poi aggiunge un riscontro statistico: «I dati che provengono da studi inglesi e della Fipe stessa mostrano che solo il 3-5% dei contagi è avvenuto nei pubblici esercizi, mentre la maggior parte si materializza nelle famiglie, nelle scuole, negli uffici e nella mobilità urbana». Sul tema dell’orario di chiusura poi evidenzia come «la mediazione con il governo ha portato all’orario delle 24 come fine delle aperture, ma in Germania il ricorso degli esercenti contro la chiusura stabilita dall’esecutivo alle 23 ha visto l’accoglimento da parte dei magistrati tedeschi: un lasso di tempo più ampio è un buon modo per evitare assembramenti, e diluire le presenze dei clienti nel corso della giornata.

Poi due puntualizzazioni: «Il Dpcm consente di fare feste post cerimonie religiose o civili: le sale ricevimento possono ospitar massimo trenta persone e si può anche ballare», afferma Pertuso. Per i ristoranti invece? «Le tavolate non possono avere più di sei commensali. Chi fa servizio al banco può servire fino alle 18. Chi ha i tavolini può attenersi fino alle 24, termine anche dell’asporto. Dopo la mezzanotte non sarà possibile acquistare per esempio pizze da portare a casa. Mentre le consegne a domicilio non devono seguire questa limitazione». Le nuove norme prevedono che i ristoratori indichino la capienza dei locali all’ingresso: «La regola è la disposizione dei tavoli con massimo sei persone a distanza di un metro. I gestori devono fare un calcolo con un layout di tavoli: l’operazione non è facilissima ma le associazioni di categoria assisteranno chi richiederà un supporto nella definizione del numero definitivo», conclude Pertuso.

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