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Elettrice barese negli Usa: «I documenti per votare sono arrivati incompleti»

 
Redazione Cronaca Bari

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Elettrice barese negli Usa: «I documenti per votare sono arrivati incompleti»

La testimonianza della donna, ingegnere, che da tempo vive negli Stati Uniti

Giovedì 17 Settembre 2020, 12:24

Arrabbiata. Dispiaciuta. Delusa. Solidea Bonina è un'ingegnere barese che vive e lavora da tempo negli Stati Uniti, qualche giorno fa, come i tanti italiani all'estero ha ricevuto il plico con il certificato elettorale, solo che i documenti erano incompleti.
«Leggendo attentamente le istruzioni di voto – ci scrive la Bonina - mi sono immediatamente resa conto che mancava una busta piccola di colore bianco, cosi come specificato nelle stesse istruzioni. Ho immediatamente contattato l'ufficio elettorale del Consolato Generale Italiano e in attesa della risposta del Consolato ho contattato un po' di amici che come me risiedono all'estero».

La sorpresa dell'ingegnere si trasforma in forte delusione quando si rende conto che quanto successo a lei non è un caso isolato, ma la norma.

«La mia situazione era la stessa identica in cui si trovavano un numero significativo di amici italiani, tutti votanti come me e responsabilmente desiderosi di esercitare il proprio voto e di esprimere la propria opinione su una questione costituzionale referendaria di primaria importanza riguardante la nostra cara Italia sebbene lontana».

La risposta del Consolato arriva a breve giro: «Gentilissima, abbiamo già spedito le buste piccole venerdì scorso, le arriveranno tra domani e dopodomani. Al loro arrivo potrete votare tranquillamente. Cordialmente».

Tutto a posto? Non esattamente. L'invio del materiale di voto dovrebbe avvenire in un'unica spedizione con buste uguali per tutti e non con spedizioni multiple che potrebbero andare smarrite o peggio ancora essere alterate.

«Conosco persone che non avendo ricevuto la busta idonea ha usato delle buste alternative. In questo caso – si chiede l'ingegnere Bonina - rischia che gli venga annullato il voto? Per non parlare che conosco chi ha fatto da se e non ha aspettato la seconda spedizione con la busta piccola mancante e che, invece, miracolosamente si è visto spedire il materiale dal consolato e dovrebbe arrivare a detta dell'ufficio elettorale in un secondo momento (sperando per tempo)».

Solidea Bonina non riesce proprio a non alterarsi. «La maggior parte di Italiani residenti a Chicago, da dove io sto scrivendo, e nello Stato dell'lllinois (ed ho appreso di situazioni analoghe nello Stato del Wisconsin, che fa capo sempre al Consolato Generale Italiano a Chicago) hanno increduli ed infastiditi vissuto questo ennesimo esempio di mal funzionamento, naturalmente tutto “made in Italy”. Ho letto che situazioni analoghe si sono verificate anche in altri stati, per cui mi sono sentita in dovere di intervenire e denunciare la situazione cosi come ho direttamente anche comunicato al Consolato stesso. Mi aspettavo una comunicazione più ufficiale e soprattutto trasparente, invece non c'è niente sul sito del Consolato Generale Italiano.

E' vergognoso, scandaloso, come questi mal funzionamenti, errori, intenzionali o meno, possano ancora accadere. In un mondo moderno, super tecnologico dove tutti riescono a contare all'infinito, ci si trova apparentemente con il personale di un Consolato di un Paese come l'Italia che non riesce a contare e verificare il numero di documenti (in tutto dovrebbero essere 6) contenuti nel plico elettorale da inviare correttamente agli elettori! Scusatemi ma non riesco a farmene una ragione».
«Chiedo venia per lo sfogo - conclude la sua lunga lettera la Bonina - ma io sono molto arrabbiata per questa situazione incresciosa e mi sento in un certo senso un'elettrice di serie C, per cui il mio voto non conta cosi tanto. Il mio voto dall'estero non so se mai arriverà a destinazione e mi rattrista dover prendere atto, anche questa volta, di quanto sia poco influente l'opinione degli italiani nella gestione pubblica. Purtroppo, con il cuore infranto, rimango sempre più convinta che la gestione italiana della cosa pubblica con la sua complessa e malfunzionante burocrazia rimane e rimarrà sempre inefficiente». 

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