FASANO - Ottocentocinquanta chilometri di costa, mare cristallino, trulli, masserie, storia, cultura, gastronomia, movida vip: estate in Puglia, cosa volere di più? Semplice: non rovinarsi la vacanza dopo essersi ritrovati i ladri in villa.
L’assalto dei topi d’appartamento è il leitmotive, il motivo conduttore di ogni estate pugliese, in particolare in terra di Bari. Il «sold out» («tutto esaurito») delle vacanze post pandemia, da Bari alla Valle d’Itria, dalla Murgia alle marine, passando per il comprensorio dei trulli, delle grotte e dei borghi antichi, è stato accompagnato dal boom dei furti in villa. Più di una trentina, in fotocopia sono stati denunciati tra le ville della lussureggiante Selva di Fasano, sulla collinetta di Laureto, 450 metri sul livello del mare quasi sul confine tra le province di Bari e Brindisi. Un autentico stillicidio cominciato a fine giugno che in quell’area ha interessato anche le frazioni di Montalbano, Pezze di Greco e Cocolicchio e sul versante opposto che guarda a Locorotondo ed Alberobello, le zone di Coreggia e Lame di Olimpia.
Si tratta di una zona turistica gettonatissima. Tartassata questa estate da razziatori che hanno rovinato le vacanze a parecchi villeggianti. I ladri, affamati dalla carestia prodotta dal lockdown, si sono accaniti sulle vacanze di centinaia di baresi. Tra questi, un giovane manager, che vive a Pescara dove dirige una azienda importante e che insieme alla moglie e alla figlia di 7 anni, ha preso in fitto una villa a Laureto. Alla «Gazzetta» racconta: «Sono tornato in Puglia questa estate - spiega - dopo una prolungata assenza, resa ancora più amara dalla pandemia, per trascorrere in serenità le ferie in uno dei luoghi più belli e accoglienti, non lontani da Bari, la mia città e poter riunire nel contempo la famiglia».
«Tutto è andato splendidamente, secondo le previsioni - racconta - fino a quando, una sera, dopo aver trascorso una bellissima giornata, mia moglie e mia figlia sono andate a dormire e io sono rimasto sul patio della casa per rilassarmi e fumare un sigaro. Non posso dire di essermi sentito osservato ma col senno di poi, mi rendo conto che nell’oscurità qualcuno stava seguendo i miei movimenti. Sono andato a dormine ben dopo la mezzanotte. Prima delle 6, dalla camera da letto, io e mia moglie abbiamo sentito dei rumori provenire dalla zona giorno. Nella stanza accanto dormiva mia figlia. Preoccupati ci siamo alzati per andare a controllare che la piccola stesse bene. Le finestre del soggiorno erano aperte, le persiane spalancate. Le stanze erano quasi completamente in ordine, pochi gli oggetti spostati. Ci siamo subito resi conto che erano spariti i miei due orologi Rolex e una serie di gioielli che portiamo con noi per il loro valore economico (20mila euro circa) ma soprattutto per il loro valore affettivo, tutti ricordi di momenti importanti della nostra vita insieme».
«I ladri - prosegue - hanno portato via anche il mio portafogli in pelle, lasciando però tutti i documenti, un paio di occhiali da sole di marca Rayban. Ne hanno ignorato un secondo con una montatura particolare, di valore superiore ma che probabilmente hanno creduto fosse un oggetto comprato su una bancarella. Siamo certi che non hanno utilizzato gas narcotizzanti. Posso dirlo perché né io né mia moglie al risveglio abbiamo accusato torpore, mal di testa o bruciore alla gola, come ho sentito raccontare in Selva da altra gente derubata. Pare che il loro modo di operare sia sempre lo stesso cosa che ci induce a pensare che si tratti di un’unica banda che agisce con modalità ben studiate. Si introducono nelle abitazioni tra le 2 e le 3 di notte, dopo essersi appostati nei pressi. Sono in possesso di informazioni sulle abitudini ed i ritmi di vita dei villeggianti che possono aver raccolto solo di prima mano. Potrebbero essere baresi “in trasferta” - ipotizza - gente di Bari che partendo da quartieri dove esiste una criminalità predatoria esperta e molto attiva, come il San Paolo, battono a tappeto le contrade più popolate da turisti e villeggianti. Nel mio caso, sono certo gli autori del furto mi stesero osservando nascosti chissà dove in attesa che andassi a dormire.
Ecco perché hanno scelto di introdursi nella nostra villa e non in quella accanto che è esattamente identica ma che in quei giorni era temporaneamente non abitata. Parlando con le altre vittime e ascoltando, durante una breve visita a Locorotondo, i commenti della gente, ho sentito ipotizzare l’esistenza di possibili “basisti”, gente della zona che conosce molto bene la Selva e la Valle d’Itria. Altre comunità sono state colpite dal fenomeno che dicono sia molto più esteso. Girano dei filmini, fatti dai proprietari delle villette che riprendono persone sospette entrare nei loro giardini, spostarsi da una unità immobiliare ad un’altra. Dopo la brutta esperienza vissuta proprio nel luogo in cui mi sentivo più sicuro, ho deciso di interrompere la vacanza e tornare a Pescara. La Puglia, la provincia di Bari - conclude - stanno meritatamente godendo di una popolarità che attira migliaia e migliaia di turisti. Questo però comporta anche una serie aggiuntiva di responsabilità. Bisogna garantire una attività di prevenzione che faccia sentire i turisti più sicuri e protetti».
Il fenomeno delle razzie non si è concentrato solo intorno alla Selva di Fasano dove la Prefettura di Brindisi ha disposto pattugliamenti dell’Esercito. C’è la Valle d’Itria e tutto il Sud est barese al centro del ciclone. Noci, ad esempio, il cui sindaco ha sollevato il problema nel corso dell’ultima riunione del Comitato provinciale per l’Ordine e la sicurezza. Poi Putignano, Castellana Grotte, Alberobello, Locorotondo, Monopoli, Polignano, Mola, Conversano, Gioia, Acquaviva. I numeri di questo fenomeno a forte caratterizzazione stagionale si confondono nelle statistiche generali e si perdono nel computo complessivo dei «furti in appartamento». Bari è tra le 50 province più pericolose d’Italia. Stando ai dati diffusi dal dipartimento di Pubblica sicurezza del ministero dell’Interno, che fotografano unicamente i delitti «emersi» in seguito alle segnalazioni delle Forze di Polizia, nel 2018 le denunce di razzie in appartamento sono state 4.020, ossia 319,677 ogni 100mila abitanti.
L’anno precedente avevano raggiunto quota 4.102 (325,519 ogni 100mila baresi). In media più di 11 furti al giorno, una parte consumata nelle decine e decine di contrade disseminate su un territorio, quello dell’area metropolitana, che comprende 41 comuni. Un trend in crescita che le proiezioni collegate all’anno 2019 sembrano confermare in pieno. Bande specializzate di «topi d’appartamento» battono la provincia ogni notte. Accanto alla malavita barese «specializzata» c’è anche quella che arriva dall’Est: georgiani, russi, lituani, armeni, albanesi, romeni.