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Coronavirus, scienziati ora a caccia degli «iperdiffusori»

 
Nicola Simonetti

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Nicola Simonetti

Coronavirus

Obiettivo: trovare e isolare solo i più «contagiosi»

Martedì 25 Agosto 2020, 14:03

Monatti cercasi. Quei soggetti, cioé, per i quali il virus è amico, non li fa ammalare pur essendo presente e riproducendosi («replicandosi»), nel loro organismo, in maniera sorprendentemente alta. Essi lo ripagano prestandosi a diffonderli, a pieno respiro, starnuto, tosse, parola, mani, nella popolazione.

Se un contagiante qualunque, per esempio, riesce a contagiare uno-due altre persone le quali, poi, faranno altrettanto con altri «contatti» (persone con le quali siano stati insieme per qualsivoglia causa), i «monatti», detti «iperdiffusori» riescono a farlo per decine, centinaia di altre persone.

Otto su dieci contagi sono il risultato di questo patto scellerato coronavirus-soggetto iperdiffusore assolutamente insospettabile, eventualmente asintomatico e, quindi, non individuabile con le attuali strategie in atto. Se fosse possibile individuare queste «persone strong», le si potrebbe «quarantenare» in modo che esauriscano da sé, senza coinvolgere altri, la coabitazione con un numero notevole di coronavirus.

Un’altra distinzione si potrebbe fare individuando la persone «avare», quelle che si adattano al virus, magari se ne ammalano ma a cederlo ad altri non ci provano nemmeno o, magari a volte, lo fanno malvolentieri. Forse l’individuazione dei tipi «iper» ed «ipo» potrebbe essere fatto «contando» i virus presenti in un tampone.

Un’applicazione, questa, che si sta cercando di mettere a punto. Per ora, se ne conosce l’esistenza e, per la possibilità di rivelarli, i ricercatori si stanno attrezzando così come si sta cercando di capire come ha origine e perché si instauri i’alleanza che origina soprattutto il «monatto» (di manzoniana memoria) con carica virale elevata in corpo e gran diffusore di generose infezioni.

Quantificare, contare, cioè, quanti virus (oggi la conta è fatta ma resta fine a se stessa) sono presenti su una determinata superficie del tampone potrebbe rivelare i soggetti con affollamento di virus e loro alleati e dar loro la patente di «monatti». Isolarli, seguirne le tracce potrebbe diventare la strategia magica che porrebbe fine ai contagi di massa. Un via da seguire che diverrebbe «maestra» e, come il pifferaio della favola, farebbe «annegare» i virus.

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