SAN PIETRO VERNOTICO - Al Bano non molla. Sulla battaglia per i treni veloci al Sud (promossa dall’Associazione culturale “L’Isola che non c’è”, di cui è uno dei più convinti sostenitori) il cantante di Cellino va spedito come un treno. Ieri il maestro - dopo che il giorno prima aveva scritto al Governo Conte - ha simbolicamente voluto riaccendere i riflettori sull’argomento per sollecitare una reazione della politica andando nella stazione di San Pietro Vernotico, da dove, oltre 50 anni fa, iniziò il suo viaggio in cerca di fortuna alla volta di Milano.
«Era il 5 maggio del 1961 - racconta Al Bano - da questa stazione partii alla volta del nord per realizzare il mio sogno. Mezzo secolo dopo. mentre il resto del Paese corre veloce, qui al Sud i treni viaggiano ancora lenti. Io mi chiedo perché questa disparità di trattamento; perché devono esistere due Italie? Perché i cittadini del Mezzogiorno che hanno finanziato le infrastrutture del nord come l’Alta velocità, devono essere umiliati due volte».
Al Bano ha scritto persino al governo che ha inaugurato gli «Stati generali sull’economia» per ricordare «che, anche il Mezzogiorno ha il diritto ad avere treni veloci e dunque l’Infrastruttura per l’Alta Velocità come esiste al nord».
In una lettera appello Al Bano scrive: «Caro Governo, cari ministri e soprattutto carissimo premier Conte, pugliese come me, italiano come tutti noi».
«Questa volta, come uomo del Sud - scrive il cantante - e come cittadino privilegiato sento il dovere di rivolgermi a voi su un argomento che forse riterrete estraneo al mio abituale ambito ma che riguarda il sacrosanto diritto ad essere tutti cittadini di una sola Nazione».
«Sento il dovere come portavoce di un folto gruppo di personalità illustri - continua il cantante - di farlo perché non trovo giusto che da oltre mezzo secolo, dopo quel mio viaggio in treno in cerca di fortuna al nord, la situazione non sia ancora cambiata».
«Chiediamo gli stessi diritti che la Storia ha riservato alle altre aree di questo Paese. Alla luce di quanto è successo abbiamo imparato che siamo tutti cittadini italiani. Non lo siamo però quando dobbiamo viaggiare in treno. Ci sono cittadini che non hanno gli stessi diritti alla mobilità ferroviaria, perché al Sud non è stata mai realizzata l’Alta Velocità ferroviaria: è assurdo». «Ora stiamo cercando di andare a Roma - spiega il giornalista Franco Giuliano, presidente onorario dell’Isola che non c’è -, per consegnare formalmente l’appello al Governo, sottoscritto da Al Bano e da altri autorevoli personalità della cultura, della politica e della scienza».