Sabato 06 Settembre 2025 | 14:25

Basket: sarà una stagione agonistica problematica

 
Franco De Simone

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Franco De Simone

Sarà una stagione agonistica problematica e a renderla tale è l’incertezza del Covid-19

Nessuna società si farà cogliere impreparata: tutte sono al lavoro per l’apertura

Martedì 26 Maggio 2020, 11:27

Non v’è dubbio: il basket e lo sport in generale risentiranno della crisi economica. Le aziende e gli imprenditori saranno costretti a dover programmare tagli dolorosi alle imprese sportive che finanziano, pur di salvaguardare i propri dipendenti. Il grido di allarme serve per portare all'attenzione del Governo il tema del credito d'imposta sulle sponsorizzazioni sportive ritenuto centrale in questo momento.

Nell’attesa di risposte incoraggianti perchè possa essere riavviato il motore sport, è appena il caso di ricordare che mancano quattro mesi (ventisette settembre) al via della 99ª stagione agonistica della Lega Basket A. La speranza per tutti: società in primis, tifosi e sponsor è che possano riaprirsi le porte degli impianti sportivi, oggi date irrimediabilmente chiuse. Però, atteso che mancano ancora 120 giorni, resta viva la speranza di poter tornare sui parterre e sulle gradinate dei palasport e riassistere così allo spettacolo basket, come tutti desiderano.

Ad ogni modo, occorre drizzare le antenne perché il pericolo del Coronavirus è ancora reale e la notizia che in Liverpool-Atletico Madrid (ritorno degli ottavi di finale di Champions League dell’11 marzo) disputata davanti a 52mila spettatori, avrebbe causato 41 vittime in più per il virus, porta a maturare un’attenta riflessione. Anche perchè i decessi sarebbero avvenuti tra i 25 e i 35 giorni successivi alla partita. Il dato è stato rivelato dallo studio di Edge Health, società che analizza i  dati per il Servizio Sanitario nazionale britannico, e pubblicato dal «Times».

Quindi? È scontato che se il virus non dovesse allentare la morsa, magari nei palasport potrebbe essere consentito l’ingresso contingentato a poche centinaia di spettatori. Ciò sarebbe la grande mortificazione dello spettacolo basket; contestualmente si registrerebbe il «suicidio» sportivo di tutte le società sportive a causa degli inevitabili mancati incassi (botteghino) a cui si sommerebbero gli eventuali «tagli» alla voce sponsorizzazioni.

È uno scenario che non incoraggia l’ottimismo. È altrettanto vero, però, quanto sia importante lottare, a tutti i livelli e con tutte le forze. Proprio come fa il gruppo dirigente dell’Happy Casa Brindisi che non intende assolutamente farsi trovare impreparato, visto che non si è mai fermato, continuando a programmare. L’avallo giunge dalle certezze: l’aver confermato lo staff tecnico, l’accordo con il play statunitense Darius Thompson, le voci che giungono dal basket-mercato dove si segnala la costante presenza del direttore sportivo Simone Giofrè, che avrebbe gettato la rete nel mare italiano, continuando a mantenere vivi i contatti con i procuratori dei giocatori che hanno dato vita alla fruttuosa stagione della squadra allenata da coach Frank Vitucci della quale si continuano a tessere le lodi.

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