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Fase 2, M5s Puglia: «Usca in ritardo? Colpa della Regione» e sulle regionali: «No voto a luglio, serve sicurezza»

 
Redazione online

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Usca Puglia, hanno aderito solo 26 medici ex guardia medica

A muovere la critica è il gruppo del M5S in Consiglio regionale. Secondo i consiglieri regionali Antonella Laricchia, Marco Galante e Grazia Di Bari

Mercoledì 13 Maggio 2020, 18:25

BARI - «Siamo abituati agli scaricabarile della Regione per cercare di giustificare i suoi fallimenti. Quello Usca per la gestione domiciliare dei pazienti con Covid -19 è solo l’ennesimo caso». A muovere la critica è il gruppo del M5S in Consiglio regionale. Secondo i consiglieri regionali Antonella Laricchia, Marco Galante e Grazia Di Bari, «si cerca di incolpare i medici di continuità assistenziale per la scarsa partecipazione al bando per la costituzione delle Usca, quando la verità è che la colpa è della disorganizzazione regionale in fase di reclutamento del personale, oltre che dei ritardi della nell’attuazione del DPCM del 9 marzo, che ha fatto sì che molti professionisti pugliesi siano andati in altre regioni».

«Anche per quello che riguarda i Dispositivi di protezione - sostengono i consiglieri regionali - non si ha alcuna certezza. Emiliano continua a dire che ci sono in numero sufficiente, ma vorremmo una mappatura precisa perché di annunci ne abbiamo sentiti fin troppi. Il dato reale è che la Puglia, come sempre è ferma, mentre nel resto d’Italia si è già partiti a pieno regime». 

REGIONALI - «Le elezioni regionali pugliesi non saranno un affare di pochi. Sarà garantita la partecipazione e la trasparenza in piena sicurezza. Chi vuole il voto a luglio non pensa alla salute dei cittadini e scarica sui 257 comuni pugliesi il peso di organizzare una doppia tornata elettorale in pochi mesi, con spreco di denaro pubblico.» Lo scrivono, in un post su Fb i deputati pugliesi del M5S Giuseppe Brescia, Anna Macina, Giuseppe D’Ambrosio assieme al M5S Puglia.
«Chiamare al voto 4 milioni di cittadini in una situazione di emergenza è da irresponsabili. Emerge un’idea chiara dalle audizioni di queste settimane in commissione e dal confronto tra i gruppi e il governo: non ci sarà nessuna norma per permettere alle regioni di andare al voto a luglio. Michele Emiliano si dia pace», sottolineano.

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