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Valentini rimette la palla in gioco: «Giusto giocare e ora basta liti»

 
Antonello Raimondo

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Antonello Raimondo

Valentini rimette la palla in gioco: «Giusto giocare e ora basta liti»

«Malagò attacca il calcio che non si ferma, ma se ne faccia una ragione»

Sabato 18 Aprile 2020, 12:01

Antonello Valentini, un barese campione del mondo. Prima addetto stampa, poi direttore generale della Figc. Ventisette anni nel motore del calcio. Non l’uomo di qualcuno. Ma dirigente in grado di lavorare con chiunque. Sempre a testa alta.

«Voglio fare una premessa - dice il giornalista barese - Parlare di calcio e di partite in questo momento rischia di essere stonato e irritante, da marziani che vivono in un altro mondo. Bisogna farlo con leggerezza, e con senso della misura».

«Nel comportamento della Figc, vedo realismo,senso di responsabilità e la consapevolezza del ruolo che il calcio - a torto o a ragione - ha in Italia - aggiunge Valentini - Non è solo un ruolo di carattere sportivo, coinvolge un milione di lavoratori, mobilita un indotto incalcolabile,muove passioni. Per queste ragioni, la Figc vuole concludere i campionati prof, senza scadenze temporali, solo quando il Governo darà l’ok sulla base del parere di medici. Gravina ha incaricato una Commissione scientifica di altissimo livello di preparare un documento con tutte le prescrizioni necessarie perché le squadre tornino ad allenarsi se avranno l’autorizzazione.

Nel momento in cui la Figc dichiara che non ci sono scadenze per riprendere i campionati, dichiara che va bene a luglio, va bene ad agosto, a settembre o addirittura a ottobre, vorrei capire perché si continua a fare polemica anche ai massimi livelli dello sport italiano. Concludere i campionati,punto. Quando sarà possibile. I tempi non può decidererli Gravina o la Figc o la Lega, non li decideranno Agnelli, Lotito, De Laurentiis o Cairo, ma solo i medici. Noto però con rammarico, per usare un eufemismo, che certi presidenti hanno assunto una posizione corrispondente alla posizione della loro squadra in classifica. C’è chi continua a predicare male e a razzolare peggio, avvelenando ulteriormente i pozzi».

«Si pensa come sapete a un campionato 20-21 in linea con l’anno solare, con una sosta a maggio e giugno per gli Europei - aggiunge Valentini - Non sarebbe facile perché andrebbero armonizzati tutti i campionati europei,ma qualcosa del genere avverrà comunque nel 2022: a causa di temperature ben oltre i 40 gradi, i Mondiali in Quatar si giocheranno dal 21 novembre al 18 dicembre con un blocco dell’attività internazionale».

«Uno dei problemi più seri riguarda i prof della Serie C, molti stanno tra 30 e 60mila euro lordi all’anno, in questi casi il ricorso alla cassa integrazione non mi scandalizza».

Capitolo aiuti di Stato: «Sul piano economico, nonostante una crisi senza precedenti, ritengo che il calcio professionistico non possa chiedere un euro allo Stato e non debba riceverlo. Non sarebbe decente. Può e deve chiedere, invece, modifiche strutturali (stadi, diritti tv, ritorno alla pubblicità per le società di scommesse e, al limite, l’1% sul monte scommesse), insieme alla riforma della famigerata legge sul professionismo sportivo,la legge 91 del 1981, ne sento parlare da quando entrai in Figc nel 1987, solo promesse e chiacchiere».

«Diverso e addirittura più urgente il tema della Serie C, che rischia di ridursi per estinzione delle società, impossibilitate a reggere i costi. Personalmente, penso che si dovrebbe tornare al semi-professionismo o a forme analoghe, altrimenti si rischia che le attuali 60 squadre si riducano per inerzia a 35/40, con la scomparsa di piazze importanti. La Lega di Serie C deve accedere ad agevolazioni fiscali e allo strumento del credito d’imposta per poter sopravvivere.E Federazione e Lega pensano a ridurre le tasse di iscrizione e a sospendere le garanzie fidejussorie».

Non ultimo,il pianeta Dilettanti che organizza tra le 12 e le 15mila partite a settimana. I campionati dilettantistici e giovanili non riprenderanno, la stagione purtroppo finisce qui. Ma la Lega Dilettanti è l’unica che ha il diritto di ottenere un intervento finanziario concreto e diretto da parte dello Stato».

«Il calcio non può essere un mondo a parte, ma una parte del mondo. Abbiamo già visto nelle settimane scorse spettacoli indecenti nella Lega di A, tra interessi di bottega, furbate,scorciatoie. Le altre Leghe hanno avuto maggiore compostezza,ma non soffrono di meno. Di fronte a questo scenario cosa volete che valgano le polemiche - strumentali e sgradevoli - di alcuni dirigenti, anche ai vertici del Coni. Malagò attacca il calcio, non digerisce che non chiuda i campionati, è intervenuto l’ex presidente Petrucci a bacchettarlo per un certo protagonismo («Caro Giovanni, passa al noi»). Ma la lingua - si sa - batte dove il dente duole. Io credo invece che la Figc abbia il dovere di prepararsi a ripartire, avendo 2/3 soluzioni alternative, senza scadenze e ovviamente solo dopo il via libera del Governo. Ingerenza sui diritti tv e invasione di campo, ha risposto duramente la Lega di Serie A al n.1 del Coni. Nel calcio, per l’invasione c’è il Daspo; l’intervento a gamba tesa fa scattare il cartellino rosso. Per fortuna - di Malagò, s’intende - in questo caso non valgono le regole del gioco».

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