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Amianto a Taranto, Cassazione conferma assoluzione per ex vertici Ilva, Riva e Capogrosso. Federacciai: «Verità sta emergendo»

 
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Erano stati condannati in primo grado nel 2014 a 6 anni

Giovedì 06 Febbraio 2020, 14:45

07 Febbraio 2020, 16:01

TARANTO - Diventa definitiva la sentenza di assoluzione della Corte d’appello di Taranto per Fabio Riva, ex rappresentante legale dell’Ilva, e per Luigi Capogrosso, ex direttore dello stabilimento siderurgico di Taranto, accusati, in concorso con altri, per omicidio colposo e omissione dolosa di cautele in relazione alla morte di due lavoratori esposti all’amianto: Cosimo Adamo e Vito Ancona. La Corte di Cassazione ha infatti respinto il ricorso della Procura generale e delle parti civili, fra cui Aiea (Associazione Nazionale Esposti Amianto), contro la sentenza di assoluzione della Corte d’appello che riformò la sentenza di condanna a sei anni di reclusione rimediata dai due imputati in primo grado. La Cassazione inizialmente aveva stralciato per un difetto di notifica la posizione di Riva e Capogrosso, annullando con rinvio, per la rideterminazione della pena, le condanne agli ex dirigenti del siderurgico Sergio Noce e Attilio Angelini.

La Cassazione inizialmente aveva stralciato per un difetto di notifica la posizione di Riva e Capogrosso, annullando con rinvio, per la rideterminazione della pena, le condanne agli ex dirigenti del siderurgico Sergio Noce e Attilio Angelini, ai quali la Corte di Appello di Taranto - il 23 giugno 2017 - aveva inflitto due anni e quattro mesi di reclusione al primo, e due anni di reclusione al secondo.
In una nota Maura Crudeli, presidente nazionale, e Fulvio Aurora, responsabile delle vertenze giudiziarie di Aiea, esprimono «profonda delusione e amarezza» per la decisione della IV Sezione Penale della Corte di Cassazione.

FEDERACCIAI: LA VERITÀ STA EMERGENDO - «A piccoli passi la verità sta venendo alla luce». Lo sottolinea il presidente di Federacciai, Alessandro Banzato, commentando la decisione della IV Sezione penale della Corte Suprema di Cassazione, che ha confermato la sentenza di assoluzione nei confronti di Fabio Riva (ex rappresentante legale dell’Ilva) e Luigi Capogrosso (ex direttore dello stabilimento siderurgico tarantino), accusati di concorso in omicidio colposo in relazione alla morte di due lavoratori per esposizione all’amianto.
«Dopo aver letto le motivazioni della sentenza definitiva di ieri - aggiunge Banzato - nelle quali c'è chiaramente scritto che 'il fatto non sussistè, e quelle della recente sentenza che in primo grado di giudizio ha assolto i Riva per l’accusa di bancarotta perché 'avevano ben gestito la società, investendo miliardi di euro per ambiente e ammodernamento degli impiantì, il primo pensiero che mi viene è questo e lo esprimo con una certa soddisfazione sia in qualità di imprenditore italiano che di rappresentante di un settore spesso percepito in maniera distorta dall’opinione pubblica».

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