Al Sud serve un cambio di classe dirigente. Quando diciamo no a Emiliano non ne facciamo una questione personale, facciamo una valutazione politica. Quando diciamo no a Emiliano diciamo no al trasformismo, no alla demagogia, no al peggiore notabilato meridionale».
È un durissimo attacco quello che la ministra delle Politiche agricole, Teresa Bellanova, ha lanciato - qualcuno dice da candidata in pectore - al governatore pugliese Michele Emiliano dall’Assemblea nazionale di Italia viva. Il partito renziano, infatti, ha più volte chiarito che proporrà, alle regionali pugliesi, un proprio nome alternativo al governatore uscente. E la Bellanova ci mette il carico puntando sui temi più caldi: siderurgico («Taranto è stata inquinata quando l’acciaio era di Stato»), sanità, rifiuti e, soprattutto, agricoltura con particolare attenzione ai 142 milioni di euro del Psr non utilizzati della Regione. Si tratta, insomma, di dissodare il terreno prima dell’affondo finale: «Cari amici del Pd - incalza la ministra - , volete sostenere il buongoverno di Bonaccini che le risorse le ha consumate o volete stare con la concezione proprietaria di Emiliano? Noi contrapponiamo a Emiliano un impianto riformista perché il Mezzogiorno ha bisogno del riformismo, perché cosi non può continuare a vivere». A rimorchio anche il coordinatore Ettore Rosato che sentenzia: «Con Emiliano si perde».
La posizione di Italia Viva, insomma, è chiara: se salta la candidatura dell’attuale governatore (cosa però improbabile a così breve distanza dal voto di maggio) allora sarà possibile sedersi a un tavolo e ragionare su un nome condiviso, su un’intesa ampia che coinvolga tutti, dal centro a sinistra. Diversamente, Italia viva, con Azione di Carlo Calenda e +Europa, farà la propria mossa con un nome alternativo. La Bellanova, insomma, prova la «spallata», su mandato di Matteo Renzi. L’ex premier toscano, infatti, starebbe riconsiderando la possibilità di spendere proprio la senatrice nella battaglia pugliese a meno che non si riesca a rimuovere «l’ingombrante» ostacolo Emiliano. Il problema principale di Italia viva, infatti, è nell’individuazione della candidatura più idonea: le voci si rincorrono e spaziano dall’opzione politica (Scalfarotto o, appunto, Bellanova) a quella imprenditoriale con particolare attenzione al settore agricolo, spesso in frizione con il governatore uscente. Le prossime ore saranno decisive.
Nel frattempo, però, l’intervento della Bellanova ha attirato le ire degli ex renziani, rimasti nel Pd. È il caso del presidente del consiglio comunale di Trani, Fabrizio Ferrante, componente della direzione nazionale dem: «Cara Teresa - scrive su Fb -, quando ti chiedevamo di candidarti alle primarie per dare una possibile alternativa al centrosinistra ti sei data latitante, ora dici che non è una questione personale (ma di fatto lo è) e si corre il rischio di perdere con un’altra candidatura. Non si fa politica così, che male abbiamo fatto per subire questo? Perché ci vuoi esporre al rischio di far vincere Salvini in Puglia? Quello stesso Salvini che dici di combattere a Roma lo vuoi agevolare proprio nella tua terra?». L’accusa da parte dem è infatti sempre la stessa: una spaccatura a sinistra finirebbe fatalmente per agevolare una vittoria dei conservatori. Italia viva rilancia, a sua volta, invitando gli alleati (romani) a cambiare cavallo a tre mesi dal voto. Attimi di stallo prima della tempesta.
ABATERUSSO: «BELLANOVA STA CON SALVINI» - «La ministra Bellanova, invece di governare e spiegare cosa ha fatto lei in tanti anni di governo, ci dice che farà campagna elettorale insieme a Salvini per far perdere il centrosinistra in Puglia. Lei ed il suo dante causa hanno disastrato il Pd, il centrosinistra, l’Italia e adesso, invece di chiedere scusa, pretendono di dare lezioni sul buongoverno». Lo afferma in una nota il segretario regionale di Articolo Uno in Puglia, Ernesto Abaterusso. Ieri la ministra ha ribadito che Italia Viva non sosterrà il governatore uscente Michele Emiliano, rieletto dal centrosinistra candidato alla presidenza della Regione.
«Peraltro - aggiunge Abaterusso - lei che parla di notabili, dalla Puglia è scappata e si è rifugiata nel porto sicuro dell’Emilia-Romagna pur di conservare lo scranno parlamentare. E da lì lavora per tentare di consegnare la Puglia a Salvini, come da volontà del suo capo». «Non ci riuscirà - conclude - perché il suo odio smisurato le ricadrà addosso, ma il suo atteggiamento merita solo una parola: vergogna».