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Shoah in Puglia. Loizzo: «Ricordare è un valore»

 
Gianpaolo Balsamo

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Gianpaolo Balsamo

Shoah, il Treno della Memoria parte domani da Rutigliano

In occasione della Giornata della memoria, il presidente del Consiglio regionale pugliese ricorda ai giovani il significato dell'accoglienza

Domenica 26 Gennaio 2020, 21:15

BARI -  Alla vigilia del Giornata della Memoria, il presidente del Consiglio regionale della Puglia, Mario Loizzo, sottolinea che «il 27 gennaio di ogni anno si rinnova il dovere della memoria, che non è un obbligo ma un valore, di altissimo significato storico, civile, umano». «Nella ricorrenza simbolica della liberazione 75 anni fa del campo di sterminio di Auschwitz - evidenzia - una legge dello Stato ci chiede di ricordare, per dare significato concreto a un impegno: mai più».

«Rigurgiti di vergognoso odio razziale, come le scritte antisemite sul portone della famiglia Rolfi, pur non ebraica, a Mondovì - rileva Loizzo - rendono ancora più convinto, intenso e determinato il nostro compito di custodi e interpreti dei significati della storia». «Se comprendere è impossibile, conoscere è necessariò: è giusto - rimarca Loizzo - ricordare le parole di Primo Levi, scampato alla morte proprio nel grande lager polacco, dov'era stato recluso perché ebreo. Non facciamo del ricordo una consuetudine fine a se stessa, ma l’occasione sentita da ciascuno di noi per rievocare e riflettere, in particolare insieme alle giovani generazioni».

«L'Olocausto degli ebrei, negli anni della seconda guerra mondiale e la pianificazione dello sterminio di avversari e 'diversì- prosegue - attuata dai nazisti a cominciare dagli stessi connazionali disabili, devono rappresentare per l’umanità intera non solo un monito a non ripetere quegli errori, anche a combattere, con armi pacifiche, la violenza, i conflitti, l’odio etnico, religioso, politico, che divampano in molte parti del mondo. Questo, tanto più mentre oggi assistiamo al ritorno di culture razziste e xenofobe, che trovano sempre nuovi bersagli, ancora una volta tra la gente innocente: immigrati, stranieri, profughi».

«Insegniamo ai giovani, invece - conclude - il significato dell’accoglienza, del dialogo interreligioso, dell’accettazione delle diversità. Dobbiamo fare della memoria il principio ispiratore di politiche internazionali solidali».

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