TARANTO - Un gruppo di genitori degli alunni delle scuole Deledda e De Carolis del rione Tamburi di Taranto, chiuse dall’1 marzo scorso su ordinanza sindacale per la loro vicinanza alle collinette ecologiche dell’ex Ilva sotto sequestro per problemi di inquinamento, ha trascorso la notte nel cortile del plesso Deledda, occupato simbolicamente da ieri pomeriggio.
I genitori invocano chiarezza dall’amministrazione comunale dopo che l’Arpa Puglia ha accertato un superamento delle Concentrazioni soglia di contaminazione (Csc) nell’area delle collinette, in particolare valori di policloro-dibenzo-p-diossine di 45,06 ng/Kg a fronte di un valore limite di 10.
Le collinette sono barriere artificiali realizzate negli anni Settanta per dividere le abitazioni del quartiere dallo stabilimento siderurgico, ma che sarebbero state trasformate in discariche di rifiuti industriali. «La nostra permanenza - hanno annunciato i genitori che hanno occupato la scuola - sarà ad oltranza fino a quando chi di competenza non verrà a portare risposte concrete, certe e verificabili rispetto all’inizio del nuovo anno scolastico che ad ora è completamente incerto. Ribadiamo assolutamente che non vogliamo spostare i nostri figli e le nostre figlie in istituti che si trovano al di fuori dei Tamburi perché pretendiamo di vivere e restare liberamente nel nostro quartiere».
I FATTI (G. Rizzo) - «I dati ora ci sono, serve il coraggio di firmare un'ordinanza di fermo immediato degli impianti. In alternativa dovremo davvero deportare altrove una comunità per permettere a dei privati di continuare a fare profitto». I consiglieri comunali di opposizione Vincenzo Fornaro, Massimo Battista e Rita Corvace commentano i risultati relativi ai superamenti delle Concentrazione soglia di contaminazione dell’area delle collinette ecologiche ex Ilva (in particolare, dietro il plesso Deledda, diossina in quantità 4 volte superiore ai limiti di legge), e chiedono al sindaco un «prova di coraggio». Ovvero, quella di adottare l’ordinanza di chiusura degli impianti dell’area a caldo del siderurgico. Melucci l’1 marzo scorso ha firmato l’ordinanza di chiusura delle scuole Deledda e De Carolis per la loro vicinanza alle collinette ecologiche sequestrate dai carabinieri del Noe per problemi di inquinamento.
Attraverso una nota ieri il primo cittadino ha fatto sapere di aver «richiesto formalmente a sua eccellenza il Prefetto di Taranto, nella giornata di ieri, di riconvocare a stretto giro le Autorità aventi titolo sulla complessa vicenda, al fine di valutare compiutamente l’esito delle citate analisi, comprendere la fattibilità della eventuale messa in sicurezza delle collinette, ragionare dunque della rimodulazione degli ulteriori interventi - ha aggiunto - con risorse pubbliche previsti in quei plessi ed in fine stabilire se questi ultimi possano essere regolarmente aperti per l’inizio del prossimo anno scolastico». E fino «ad allora ogni informazione è destituita di fondamento amministrativo». Ma, secondo i consiglieri comunali Fornaro e Battista, che ieri hanno tenuto una conferenza stampa davanti al plesso Deledda, quelle scuole «non riapriranno più, sicuramente non a settembre».
Erano presenti anche diversi genitori degli studenti che hanno deciso di occupare in maniera permanente la scuola «fino a quando - hanno spiegato - chi di competenza non verrà a portare risposte concrete, certe e verificabili rispetto all'inizio del nuovo anno scolastico che ad ora è completamente incerto».
Il sindaco Melucci, sulla scorta dei dati forniti da Arpa, Ispra e Asl e sulla base dell’aggiornamento dello studio Sentieri, aveva chiesto la revisione dell’Aia per l’ex Ilva, poi accolta dal ministro dell’Ambiente Sergio Costa. Ma i consiglieri comunali reclamano interventi immediati. «Allora, dopo aver chiuso - affermano - due scuole, ora procederemo con un'evacuazione di massa del quartiere?». I valori a cui si riferiscono sono quelli relativi alle concentrazioni di microinquinanti organici rilevati dai campioni di topsoil (strato più esterno del suolo) prelevati lo scorso 5 aprile nel sito delle collinette ecologiche. I dati sono stati trasmessi dall’Arpa, alla Prefettura, al pm Mariano Buccoliero, ai carabinieri del Noe e alle autorità competenti.
Come anticipato ieri dalla Gazzetta, i tecnici hanno esaminato due punti dell’area sequestrata dai carabinieri del Noe: la collinetta retrostante il cimitero San Brunone e la collinetta immediatamente dietro la scuola Deledda. L’Arpa segnala il superamento delle concentrazioni utilizzando i parametri dei siti ad uso verde pubblico, privato e residenziale. Dietro la Deledda c’è diossina (Topsoil Ts3 e Ts4) in quantità 4 volte superiore ai limiti di legge (45,06 ng I-TE/kg contro 10) mentre molto elevata è la concentrazione (Ts1 e Ts2) di Pcb sia al cimitero (0,410 contro 0,06 che dietro la scuola, 0,370 contro 0,06). «Nessuno - attaccano i consiglieri - ha ritenuto necessario avvisare i cittadini coinvolti da tale sconcertante notizia».