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Criteri assunzioni ex Ilva, la Fiom chiede incontro con Mittal

 
Redazione online

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In una nota il coordinatore Francesco Brigati fa presente che il 30 ottobre i sindacati metalmeccanici hanno «inoltrato una richiesta di incontro al Ministero competente per discutere delle molteplici incongruenze

Venerdì 28 Dicembre 2018, 17:43

21:38

TARANTO -  La Fiom Cgil di Taranto ha chiesto un incontro urgente all’Amministratore Delegato di ArcelorMittal Italia, Matthieu Jehl, e alla responsabile risorse umane Annalisa Pasquini per «conoscere in maniera dettagliata i criteri di scelta adottati da ArcelorMittal per l’assunzione del personale» e «poter dare risposte certe ai lavoratori». In una nota il coordinatore Francesco Brigati fa presente che il 30 ottobre i sindacati metalmeccanici hanno «inoltrato una richiesta di incontro al Ministero competente per discutere delle molteplici incongruenze riscontrate sulle scelte di individuazione del personale rispetto ai criteri di mansione, professionalità, anzianità e carichi familiari».

Successivamente, l’8 novembre, «è stata convocata dal Ministro dello Sviluppo Economico - aggiunge Brigati - una riunione tra azienda e sindacato. Al termine dell’incontro, Mittal ha proposto al sindacato di segnalare alcune delle criticità emerse nella selezione del personale e di avviare un percorso per definire numeri e criteri adottati area per area. Gli incontri tra azienda e sindacati hanno trovato solo qualche parziale risposta, una totale chiusura su alcune attività completamente soppresse e affidate a terzi e sui criteri di selezione del personale, che rimangono infatti ancora a tutt'oggi un enigma irrisolto». L’accordo sottoscritto al Mise per la Fiom «non ha mai rappresentato una cambiale in bianco da lasciare nelle mani dell’azienda. Al contrario abbiamo sempre sostenuto che il sindacato debba svolgere il suo ruolo di contrattazione e di controllore rispetto sia ai criteri di scelta del personale che dell’attuazione del piano ambientale e del piano industriale. Tuttavia, ArcelorMittal - conclude il coordinatore Fiom - non sembra esser partita con il piede giusto, tanto meno nella seconda fase di assunzione in cui ha prevalso uno stato di confusione generale». 

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