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Emiliano: «Parlerò con centrodestra e 5 Stelle»

 
Massimiliano Scagliarini

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Massimiliano Scagliarini

Emiliano: «Parlerò con centrodestra e 5 Stelle»

Michele Emiliano

Il presidente della regione Puglia: «il Pd cerchi alleanze sui programmi. Chi mi critica? Si candidi e mi sfidi»

Martedì 04 Settembre 2018, 15:27

19:24

BARI - Presidente Michele Emiliano, cosa dirà sabato in Fiera del Levante al premier Giuseppe Conte?
«Che come sempre ho fatto con tutti i presidenti del Consiglio, gli verrà garantita collaborazione istituzionale. Non cadremo nella trappola di considerare il governo come se noi fossimo all'opposizione. Ma gli consiglierei di rileggersi il carteggio tra me e il governi del Pd perché deve sapere che sui grandi dossier della Puglia avrà lo stesso trattamento».

La Puglia continuerà sulla linea della battaglia con il governo?
«Ilva, Tap, Xylella, Buona scuola e trivelle ci hanno visto praticamente sempre fortemente contrari alle impostazioni del governo Pd. Ora invece, per un fatto del tutto casuale e dipendente dal mio programma elettorale che è una guida da applicare senza eccezioni, c’è la possibilità di trovare una assonanza con il governo gialloverde. Lo spostamento dell’approdo di Tap è nel nostro programma elettorale. Stessa cosa su Ilva, il nostro programma somiglia molto a quello del governo: inibizione delle fonti inquinanti che per noi vuol dire decarbonizzazione».

Un progetto che finora non ha trovato condivisioni industriali.
«Ho chiesto a Mittal qual è il motivo per cui l’uso dei forni a gas sarebbe sconsigliabile: l’unico è il costo del gas. Negli ultimi giorni del governo Gentiloni, presso il ministero degli Esteri, con l’aiuto del ministro Alfano che aveva un incontro con il governo dell’Azerbaijan e il vicepresidente della loro azienda di Stato del petrolio, abbiamo ipotizzato alla presenza di Snam uno slot di 700 milioni di metri cubi di gas supplementari sul Tap ad un prezzo sempre uguale al valore energetico del carbone. Mi auguro che nelle controproposte di Mittal si consideri questa circostanza».

L’incertezza sul futuro di Ilva la preoccupa?
«Se non chiarisce in fretta la sua posizione, il ministro Di Maio rischia di spostare il sindacato contro la soluzione del governo. Dire che la fabbrica rimane aperta non sarà cosa da poco, perché i risultati straordinari dei Cinque Stelle in Puglia sono basati anche sul “no” alla Tap e la chiusura dell’Ilva. In ogni caso, un punto fermo è che non ci siano licenziamenti».

Anche su Tap vede nel governo un fronte di incertezza simile?
«Le diverse sensibilità interne al M5S non mi riguardano. Dico però che le contraddizioni interne al governo non possono essere scaricate sulla Puglia. Sono pronto ad accettare un decreto legge con tutte le autorizzazioni ambientali necessarie allo spostamento del Tap, purché si possano concertare con le popolazioni residenti».

E l’emergenza Xylella?
«Ho già parlato con il ministro Centinaio che sta studiando una serie di provvedimenti: darci i poteri per tagliare gli alberi in modo rapid, e definire i risarcimenti a tutti coloro che stanno subendo danni».

Questa posizione di dialogo è il preludio a un discorso politico più ampio?
«I tempi sono cambiati. La posizione del Pd, noi balliamo da soli, è ridicola. Dobbiamo sfidare centrodestra e Cinque Stelle per capire quale di questi blocchi ha un programma più omogeneo rispetto alle nostre visioni».

Facciamo un’ipotesi concreta e parliamo delle prossime elezioni regionali.
«Sono disposto a fare le primarie purché si facciano subito, a novembre, a in modo da avere un anno per preparara il prossimo progetto ed evitare qualunque tipo di ricatto sul candidato».

E se il candidato fosse lei...
«Vorrei lanciare una sfida al centrodestra e al Movimento 5 Stelle per verificare la possibilità di costruire dei programmi di governo dal basso e una base di governo teoricamente possibile. Questo potrebbe condurre pure gli altri a fare le loro primarie, in modo tale da avere i leader delle tre coalizioni e verificare se al termine di questo processo politico ci sono punti di contatto ed è possibile che il centrosinistra possa fare un’alleanza».

E le Comunali a Bari? I sondaggi commissionati dal sindaco Decaro sembrano positivi.
«So che il sindaco Decaro non vuole fare le primarie a Bari. Rispetto questo punto di vista, ma fermo restando che decide lui credo che potrebbero non essere una cattiva idea. Lo sosterrò in entrambi i casi. Non c’è dubbio che sia lui il candidato migliore. Soprattutto perché i sondaggi sono così buoni, le primarie sono il modo migliore per mettere a tacere chi potrebbe disturbarlo e per costruire un centrosinistra nuovo. Come ho detto, il Pd del passato è morto e sepolto. Credo che il nuovo modello passi proprio per le elezioni di Bari».

Nel frattempo i rapporti con i vendoliani restano tesi.
«Sembrano malati di “Emilianite”. L’aver inserito Di Cagno Abbrescia nel cda a 5 di Aqp non ha cambiato il senso politico della mia amministrazione, che è quella del reddito di dignità, del no alle trivelle, di una fortissima attenzione ad eguaglianza e diritto allo studio. È una polemica che non riesce ad emergere, perché non ha appigli politici, su quello che sto facendo e sulla scelta delle persone che hanno cambiato molto rispetto all'era vendoliana».

Non crede che sulle critiche influisca la mancanza in giunta di un riferimento della sinistra?
«Da parte mia non c’è nessun problema a far emergere quest’area politica anche a livello di giunta, purché si prenda un impegno sul programma. Vorrei lanciare un appello alla sinistra e al suo leader Michele Laforgia: sediamoci e discutiamo. Se si vuole candidare, lo dica e si candidi. Se l’onorevole Dario Stefàno si vuole candidare lo dica, ma se per ordine di Renzi pensa insieme alla Bellanova di terremotarmi l’amministrazione nell'ultimo anno e mezzo è meglio se facciamo le primarie. Ho paura che l’unico scopo di Renzi sia quello di farmi perdere».

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