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Scandalo idrovie fantasma
spesi 1,3 min: indaga la Gdf

 
Nicola PEPE

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Nicola PEPE

Scandalo idrovie fantasma

Il progetto, sulla carta, avrebbe dovuto collegare via mare i comuni di Leporano Pulsano, Lizzano, Torricella e Maruggio

Domenica 08 Aprile 2018, 11:35

FRANCESCO CASULA

Potrebbe essere la Guardia di finanza di Taranto a fornire le prime risposte alle domande sulle «Idrovie fantasma», il progetto da 2 milioni di euro che avrebbe dovuto collegare via mare i comuni di Leporano, Pulsano, Lizzano, Torricella e Maruggio finito nella bufera dopo la decisione della Regione Puglia di revocare il finanziamento da e chiedere la restituzione di 1 milione e 300mila euro già liquidati.

Stando a quanto risulta alla Gazzetta, infatti, le fiamme gialle del comando provinciale di Taranto in diverse occasioni si sono presentati al Comune di Pulsano, capofila del progetto, per acquisire carte e documenti sulla vicenda. Non solo. I militari avrebbero acquisito documentazione anche negli uffici della Regione Puglia. Se i finanzieri si muovono, quindi, è perché la procura ionica ha acceso i fari sulla vicenda delegando le indagini alla Gdf che ora sta evidentemente cercando di ricostruire l’intera vicenda per valutare eventuali responsabilità penali dei diversi e numerosi attori coinvolti nella vicenda.
Il progetto prevedeva di realizzare in alcuni punti delle marine nei comuni di Leporano, Pulsano, Lizzano, Torricella dei moli galleggianti e una serie di passerelle in legno realizzando così delle vere e proprie stazioni per l’imbarco e lo sbarco di passeggeri sulle motonavi che avrebbero attraversato lo Ionio come fosse un’autostrada del mare.

A Maruggio, dove invece il porto turistico esiste già, sono stati realizzati dei lavori alla piazza del centro comunale: si tratta dell’unico intervento che può essere al momento una prova tangibile dell’esistenza di questo progetto fantasma. Già perché nonostante il progetto risulti ufficialmente «realizzato al 100%» e figuri tra le opere incompiute semplicemente perché non fruibile, una volta visitati i luoghi in cui dovrebbe trovarsi i moli, i chioschi per l’acquisto dei biglietti e le passerelle ci si accorge che di realizzato c’è ben poco. Anzi praticamente nulla.
Nessun molo o passerella a «Saturo» e alla «Batteria Cattaneo» del comune di Leporano, nessuna traccia delle opere nemmeno a «Montedarena» nella costiera pulsanese e nemmeno nelle marine di Lizzano e Torricella.

Solo a Maruggio, quindi, ci sarebbe al momento evidenza del modo in cui sarebbero stati spesi una parte dei soldi che arrivano dai finanziamenti della Comunità Europea attraverso il «Progetto integrato settoriale – Pis 12» sugli itinerari turistico-culturali che puntava a mettere in rete le risorse storico-culturali espressione dell’architettura castrense e religiosa del periodo Normanno Svevo Angioino come castelli, torrioni, residenze reali, palazzi, chiese e ricchezze naturalistiche o di identità locali come enogastronomia, artigianato e folklore. I comuni della provincia di Taranto, quindi, si erano associati per realizzare questo progetto che attraverso il mare avrebbe favorito i flussi turistici, a qualcosa dev’essere andato terribilmente storto dato che la Regione Puglia ha stoppato tutto. Determinante è stata una relazione inviata a Bari nel 2016: il documento firmato dall’ingegnere Antonio Sansonetti contiene il parere di «non collaudabilità» del Servizio Idrovie per «forti e gravi criticità su i lavori effettuati». Quali sono?

Le risposte potrebbero arrivare dai finanzieri e dalla magistratura dato le spiegazioni offerte dal comune di Pulsano «non solo non giustificano le criticità evidenziate, ma confermano - scrive la Regione Puglia nel documento di revoca - il permanere delle condizioni di non collaudabilità delle opere, nonché la mancata operatività e funzionalità delle stesse».

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