SANREMO - «Sono soddisfatta di come sono tornata sul palco: in prova ero emozionata, mi tremava la voce, invece quando sono salita mi sono sentita carica, anche nell'emissione del fiato. Ero preparata, sapevo cosa fare e come farlo, compresa la discesa dalle scale». È rilassata Serena Brancale, la «quota barese» in gara al Festival di Sanremo, al termine delle prime due serate che l'hanno vista in scena all'Ariston. Oggi «riposa», per quanto sia possibile in questa settimana, ma il bilancio del debutto che la ritrova in gara dopo dieci anni è più che positivo.
Anema e Core è già un successo di piattaforme e social, e da qualche ora è disponibile anche il videoclip ufficiale che lo accompagna, diretto da Manuel Amicucci, e che racconta un amore impetuoso nato dall'incontro dei due protagonisti durante una festa, come se «anima e cuore» si riconoscessero all'istante. Il tutto con la Puglia che fa da sfondo e che viene richiamata anche nella scelta di farsi accompagnare da Alessandra Amoroso nella serata dei duetti, sulle note di If I ain’t got you di Alicia Keys. Mentre la «napoletanità» celebrata nel brano in gara (un omaggio a Pino Daniele) troverà la sua esplosione in uno straordinario appuntamento live, il 24 maggio al Palapartenope di Napoli, oltre alla data già annunciata del 7 giugno alla Cavea dell’Auditorium Parco della Musica a Roma.
Il ghiaccio è rotto: qual è il suo metodo per scacciare la tensione pochi istanti prima di esibirsi?
«Il palco ormai è familiare, e credo che la cosa fondamentale sia ritagliarmi dieci minuti dietro le quinte con Carlo (Avarello, il manager, ndr.) per ricordarci quanto è bello fare questo mestiere».
I commenti dei social dopo le esibizioni li legge?
«Devo dire che finora mi è sembrato di vedere solo cose belle. Il brano sta arrivando, poi vado pazza per tutti i meme, le vignette, le battute. Io, per esempio, grazie al mio look della prima sera sono diventata un personaggio delle Winx. Figo, no? Alla fine l’importante è che se ne parli».
Ecco, parliamo proprio dei suoi outfit...
«Sono tutti comodi per la performance a 360 gradi, alla fine non mi limito a cantare, suono anche. Li ho scelti comodi, che mi facessero sentire a mio agio, fanno parte al 100% dell’esibizione».
Sul palco l’abbiamo vista accompagnata anche dai suoi strumenti...
«E ne sono felicissima. Sono con la mia tastiera, poi anche se non è facile “imporre” una batteria elettronica, che potrebbe non essere capita, ce l’abbiamo fatta a portarla. Dà maggior colore al brano, e mi rappresenta pienamente».
Dopo l’esibizione poi cosa succede?
«Un momento per scaricare l’adrenalina, si va a fare festa, si balla, si beve, però cerco sempre di mantenere la concentrazione, insieme a tutto il mio team».
Un’altra presenza fondamentale per questo Sanremo è quella di sua sorella Nicole, che la accompagna dirigendo l’orchestra. Che valore ha averla accanto?
«È meraviglioso condividere tutto questo con lei, ed è una novità, perché di solito prima faccio tutte le mie cose e poi la chiamo. Invece questa volta ho voluto ritrovarla vicino a me ed è stata raggiante. Era una sogno di nostra mamma vedere le sue figlie musiciste insieme su un palco. Mi ero ripromessa di coinvolgerla, l’ho avvisata che sarei andata al Festival e alla fine è diventata realtà: lei è una musicista classica, poche volte abbiamo collaborato insieme. Una gioia ancora più grande».
Da Bari che feedback le sono arrivati?
«Tanto amore. Sono contenta che i baresi si siano ricreduti: molti mi hanno conosciuto solo con Baccalà, non sanno tutto quello che c’è dietro. E il dialetto mi rappresenta al meglio, ha un suono diretto, quasi “zingaro”».
Il cambio look è opera di un altro pugliese, l’hairstylist Mimmo Laserra...
«È stata una sua idea che ho deciso di seguire. E mi ha portato a essere praticamente l’unica con quel biondo sul palco».
E alla fine il «carrozzone» extra-Sanremo come lo vive?
«Bene. E quando sono stanca mi fermo un attimo, respiro, e mi ricordo ancora che faccio il lavoro più bello del mondo. Ci metto “Anema e Core”».