Con «Domenica In» e la consueta passerella degli artisti da Mara Venier è calato il sipario sulla bolla spazio-temporale di Sanremo 2024, una settimana che vale un mese. La «Gazzetta» per combattere la nostalgia del lunedì riavvolge il nastro e ripercorre i momenti salienti degli ultimi sette giorni, cominciando da un lunedì di prove generali che raggiunge il culmine con l’allarme bomba a Villa Nobel durante una cena di gala con molti degli artisti (in sala c’erano prestigiatori a intrattenere, Irama scortato da un agente di polizia sembrava far parte dello spettacolo).
Inizi «col botto» a parte, martedì via alla gara, il palco lo inaugura il «diamante grezzo» Clara, ma più delle canzoni fanno rumore i trattori, che alla fine arriveranno a Sanremo e ci metteranno quattro giorni a organizzarsi per far leggere un comunicato (sacrosanto) ad Amadeus. In mezzo un intero concerto di Mengoni, Federica Brignone ospite non saluta la rivale Sofia Goggia, «non c’era tempo» fanno sapere, i cantanti si esibiscono tutti, prima quelli vestiti di bianco, i favoriti nel blocco centrale a favor di sponsor, gli ultimi fanno casino per il Fantasanremo. Votano solo i giornalisti, la Bertè è prima, quando la linea va all’Aristonello sono passate le due.
Mercoledì è il giorno di Giorgia che benedice la città dei fiori con la sua voce perfetta (non si accettano altri aggettivi), in sala stampa la pesca degli abbinamenti cantanti-presentatori diventa uno show, per le strade gruppi di gente venuta da tutta Italia invitano a votare. Gli ascolti volano, le canzoni si canticchiano, Giovanni Allevi commuove e insegna, il Ballo del Qua Qua con John Travolta va virale nel mondo, ma su RaiPlay non si può rivedere.
Giovedì lo scollinamento di metà festival: la conferenza stampa con Teresa Mannino diventa uno spettacolo, Russell Crowe passa a salutare il Roof dell’Ariston e di quello che dice si capisce solo che avrebbe origini di Ascoli Piceno, Giuliano Sangiorgi bacia Emma sul palco. Venerdì pausa dalla gara per la serata cover, Annalisa fa l’Halftime Show del Superbowl, Angelina manda di nuovo in classifica su iTunes «La Rondine» di papà Mango, Alessandra Amoroso e i Boomdabash ci ricordano che «Le radici ca tieni» si canta con la mano sul cuore. Ghali porta il Corano all’Ariston, rivedere Gigi D’Agostino dopo la malattia è emozionante. Alle due di notte tornano i Jalisse ospiti: forse hanno capito che l’unico modo per gareggiare è nascondersi dietro le quinte fino al 2025. La gara la vincono Napoli e Geolier: fischi in sala e non solo, una brutta pagina.
Il giorno della finale piove a dirotto, le facce in sala stampa sono sempre più devastate dalla stanchezza, ogni tanto qualcuno per svegliarsi grida «E sto nella Sad!». Angelina inciampa nel vestito ma alla fine strappa la vittoria a Geolier, il più televotato di sempre nella storia del Festival, nonostante i disservizi telefonici. Ieri la consegna del Premio della Critica a Loredana Bertè, «Mimì, l’abbiamo portato a casa!», ma molti di noi non assistono, siamo già sul treno verso casa. Non ci sarà un Amadeus-sei, così dicono. In attesa di saperlo, ce ne andiamo a dormire.