BRINDISI - Tre task force, una di terra, una di mare e una del cielo e tre comandi per le operazioni speciali, per quelle in rete e per quelle spaziali. A garantire la cornice di sicurezza al G7 in campo è scesa la Difesa italiana. A capo del dispositivo c’è il generale di corpo d’armata Francesco Paolo Figliuolo, l’uomo che, da commissario straordinario per l’emergenza Covid, contribuì a traghettare l’Italia fuori dalla pandemia.
Il generale Figliuolo è il numero uno del Comando operativo di vertice interforze. Il Covi - questo l’acronimo -, per la prima volta proprio in occasione del G7, e dunque in una operazione reale e non in una esercitazione, ha attivato il «Joint operation center». Ma di cosa si tratta? Nell’area di Savelletri e intorno alle strutture interessate ai lavori del vertice dei capi di Stato e di Governo sono dislocati complessivamente 2.200 militari. La maggior parte di questi appartengono all’Esercito che stanzia in zona di operazioni 1.400 uomini e donne. Sono poco più di 500 invece i militari della Marina, tra i marinai imbarcati sul cacciatorpediniere Doria che presidia le acque di fronte a Savelletri e i fanti della Brigata Marina san Marco. Infine, l’Aeronautica che stanzia militari a protezione degli spazi aerei.
Ma scendiamo nel dettaglio di questa complessa operazione di difesa e sorveglianza per comprendere meglio quali siano le forze in campo e i compiti assegnati. Le task force, come si diceva, sono tre: «Egnazia», «Adriatica» e «Itria». La prima, composta da personale della Brigata meccanizzata «Pinerolo», della Brigata Marina «San Marco» e da 3 assetti specializzati contro i droni, ha la responsabilità di condurre nell’ambito del dispositivo interforze e in concorso con le forze di polizia, operazioni di prevenzione e, se necessario, neutralizzazione di qualsiasi forma di minaccia che possa compromettere la sicurezza del vertice G7. I militari inoltre assicurano la vigilanza di siti sensibili nei territori delle province di Bari e Brindisi e la sorveglianza all’interno della zona rossa (Borgo Egnazia e San Domenico).
Al controllo delle vie marittime c’è la task force Adriatica, composta da personale della 3^ Divisione Navale e dalla nave Doria. I marinai pattugliano il tratto di costa tra Bari e Brindisi, allo scopo di scoprire, localizzare e identificare potenziali minacce via mare. Infine, la task force Itria, composta da personale del Comando operazioni aerospospaziali. A protezione degli spazi aerei ci sono i caccia Eurofighter e gli elicotteri HH139 del 36° Stormo di Gioia del Colle, una batteria dell’Esercito, assetti di pronto intervento con mezzi da Pratica di mare, i C-130 dell’Aerobrigata di Pisa, gli F-35 di Amendola, i Predator e i P-72 da Galatina.
A queste tre task force si aggiungono i comandi di supporto. Il primo è quello delle Operazioni Spaziali. È la prima volta che il COS, questo l’acronimo, impiega il proprio Space Management System in un’operazione reale con 3 satelliti. Il comando per le Operazioni in Rete assicura invece le comunicazioni lungo le due dorsali, adriatica e ionica, dell’area di operazioni, in modo da sviluppare collegamenti terrestri in fibra ottica e ponti radio allestiti dall’Esercito tra gli aeroporti interessati dall’arrivo delle delegazioni, la Questura di Brindisi, la Zona Rossa e il Centro comunicazioni di Taranto. Infine il comando interforze per le Operazioni delle Forze Speciali. Questo è composto da personale del 9° Reggimento d’assalto Col Moschin dell'Esercito, del Gruppo Operativo Incursori della Marina Militare e da elicotteri HH-101 dell’Aeronautica Militare. Si tratta di una task force interforze che collabora con il ministero dell’Interno ed è pronta a intervenire in caso di situazioni di crisi connesse a gravi turbative dell’ordine pubblico o in caso di attentati terroristici che possano minacciare la sicurezza del G7.