Sabato 06 Settembre 2025 | 16:44

Foggia, la rapina e la morte in «vivavoce»: il racconto della sorella della tabaccaia uccisa

 
Redazione Capitanata

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Foggia, la rapina e la morte in «vivavoce»: il racconto della sorella della tabaccaia uccisa

Franca Marasco fu aggredita, rapinata e accoltellata 4 volte nella sua tabaccheria di via Marchese De Rosa 100

Sabato 21 Dicembre 2024, 13:26

13:56

La morte, brutale, in vivavoce. Rosa Maria Marasco, medico foggiano, era al telefono con la sorella Franca di 72 anni (nella foto), quando quest’ultima fu aggredita, rapinata e accoltellata 4 volte nella sua tabaccheria di via Marchese De Rosa 100, che aveva riaperto quella mattina del 28 agosto di un anno fa dopo un periodo di ferie.

“Mi disse d’aver ricevuto un messaggio incomprensibile la mattina, d’aver richiamato quel numero, e le avevano risposto di non preoccuparsi perché era solo una verifica. Stavamo parlando quando all’improvviso la sentii gridare: ‘chi siete, che volete’; seguì il rumore di una caduta, mia sorella mi disse di chiamare la Polizia. Non udii altre voci, nessuno che dicesse: ‘questa è una rapina’”.

Così in estrema sintesi la testimonianza della sorella della vittima, che ha contrassegnato ieri la seconda udienza del processo in corte d’assise a Redouane Moslli, 44 anni, bracciante marocchino accusato di omicidio aggravato, rapina e porto illegale di coltello: sono accuse da ergastolo; il colpo fruttò 72 euro e 2 telefonini.

L’imputato filmato durante la fuga e riconosciuto grazie a video e testimonianze fu rintracciato sei giorni dopo, la sera del 2 settembre 2023, vicino alla stazione ferroviaria di Napoli, riportato a Foggia e fermato dai carabinieri il giorno successivo su decreto del pm Ida Perrone. Confessò; sostenne di non aver avuto l’intenzione di uccidere; raccontò d’aver agito su indicazione e con la complicità di Vittorino Checchia che gli avrebbe dato mascherina, guanti e coltello per il colpo e con cui spartì il bottino: Checchia, 73 anni, di Castelluccio Valmaggiore, arrestato il 14 settembre 2023, è deceduto lo scorso 15 giugno in ospedale a Foggia dov’era piantonato; si diceva innocente.

Moslli difeso dall’avv. Benedetto Maria Scippa ha assistito all’udienza in videoconferenza dal carcere di Taranto; i familiari della Marasco si sono costituiti parte civile con l’avv. Giulio Treggiari.

La testimone ha ribadito sostanzialmente quanto dichiarato durante le indagini ai carabinieri, quando raccontò che da un momento all’altro il tono della conversazione con la sorella cambiò e la udì urlare. Ai carabinieri disse che le sembrarono “grida di dolore disperato; sentii anche i rumori fortissimi di una caduta a terra. Riuscii a capire ‘chiama la polizia’. Ritengo che se avesse subito un furto avrebbe detto una frase del tipo ‘sono sempre i soliti’. Invece capii della voce fioca di mia sorella che non si trattava di una semplice rapina ma di un’aggressione vera e propria”.

Rispondendo in aula alle domande di pm e legali, la testimone ha accennato anche ai dubbi di cui parlò agli investigatori durante le indagini, quando ipotizzò un possibile movente diverso: “sono dell’avviso che non si sia trattato di una rapina” disse nell’interrogatorio del 18 ottobre 2023 “perché per rapinare ti spavento e ti porto via delle cose; quella violenza, quel massacro, quei punti sono per chi voleva uccidere. Sono del parere che non sia stata una rapina andata male; penso a quello sfregio, mi fa pensare a uno che finisce un corpo, che lo deve togliere davanti”.

Interrogato in corte d’assise anche un vicino che diede l’allarme: “Conoscevo la signora Marasco, ci salutavamo ogni giorno. Quella mattina nel rincasare mia moglie mi fece notare il corpo riverso a terra insanguinato all’interno della tabaccheria; pensavo che la signora fosse caduta accidentalmente e telefonai al 118 per i soccorsi, subito dopo intervenne un’auto dei carabinieri”.

Prossima udienza il 24 gennaio per interrogare un tenente dei carabinieri che ricostruirà le indagini svolte e come si arrivò all’individuazione e fermo di Moslli alla stazione ferroviaria di Napoli dove era fuggito dopo il delitto in tabaccheria.

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