I tentacoli del clan Moretti della “Società foggiana” anche attraverso Anna Rita Moretti figlia del boss Rocco, estesi nella zona di Pescara con prestiti a usura e prestanomi per gestire attività economiche. E’ l’atto di accusa dei pm Stefano Gallo e Luca Sciaretta della Direzione distrettuale antimafia di L’Aquila che hanno chiuso le indagini e notificato il relativo avviso a 27 indiziati di cui 17 di Foggia e provincia, accusati a vario titolo di 20 capi di imputazione: usura, estorsione, trasferimento fraudolento di beni, ricettazione, lesioni, utilizzo di telefonino in carcere, violazioni di domicilio per fatti avvenuti tra il 2018 e 2021 nel capoluogo dauno, San Severo, San Paolo Civitate, Pescara, Montesilvano e Follonica. Per alcune imputazioni contestata l’aggravante della mafiosità per metodi usati e per aver agito per agevolare il clan Moretti/Pellegrino/Lanza, la più forte delle tre batterie che compongono la “Società foggiana” (le altre due sono i rivali Sinesi/Francavilla e gli alleati Trisciuoglio/Tolonese).
Nel blitz dello scorso 14 marzo la Guardia di Finanza di Pescara eseguì 11 ordinanze cautelari firmate dal gip di L’Aquila: 4 in carcere, 4 ai domiciliari, 1 obbligo di dimora, 2 obblighi di firma; da tempo gli indagati sono tornati liberi. I 27 indiziati hanno ora 20 giorni per depositare indagini e memorie difensive, chiedere d’essere interrogatori, sollecitare ulteriori indagini. Poi la Dda valuterà se e per quali imputati chiedere il rinvio a giudizio; l’accusa poggia su intercettazioni, testimonianze, denunce, accertamenti bancari, acquisizione di documenti. Un commerciante d’auto di Foggia con interessi nella zona di Pescara vittima di usura e la compagna che sarebbe stata minacciata dalla Moretti perché avvertisse l’uomo che doveva pagare quanto dovuto, sono stati interrogati nei mesi scorsi con l’incidente probatorio per cui le loro dichiarazioni sono ormai acquisite. “Diglielo a tuo marito che quando lo vedo gli spacco le corna; non vi state comportando correttamente nei nostri confronti”: sono alcune delle frasi che avrebbe pronunciato la figlia del boss accusata di concorso in usura e tentata estorsione aggravati dalla mafiosità.
I destinatari degli avvisi di conclusione delle indagini sono Anna Rita Moretti, 44 anni, di Foggia, figlia di Rocco e sorella di Pasquale ai vertici dell’omonimo clan; Raffaele Bonaventura, 30 anni, San Severo; Anna Boniello, 39 anni, napoletana residente a Foggia; Angelo Salvatore Bonsanto, 34 anni, San Severo; Vincenzo Pio Capobianco, 32 anni, foggiano residente a Montesilvano; Luciano Clema, 46 anni, Torremaggiore; Raffaele Colanero, 31 anni, San Severo; Federico Colapietra, 28 anni, San Severo; Antonio De Marco, 60 anni, Carlantino, residente a Pescara; Ernesto Moreno Di Matteo, 33 anni, San Severo; Francesco Paolo D’Aloia, 68 anni, San Severo; Angelo Falcone, 36 anni, sanseverese residente a Pescara; Leonardo Mainiero, 34 anni, Foggia; Alessandro e Giovanni Marasco, di 44 e 46 anni, di Foggia; Giovanni Putignano, 45 anni, di Torremaggiore residente a Pescara; Luciano Russo, 33 anni, Foggia; Denis Barbieri, 53 anni, Pescara; Simona Dell’Oglio, 45 anni, Pescara; Christian Di Tella, 39 anni, Pescara; Michelangelo Saverio Falcone, 66 anni, Campobasso; Cesare Pallotta, 48 anni, Pescara; Stefania Pennoni, 61 anni, Pescara; Lisa Pepi, 30 anni di Grosseto; Paolo Pepi, 54 anni, Grosseto; Alessandro Rossoni, 30 anni, Pescara; Simone Toro, 39 anni, Pescara. In occasione del blitz finirono in carcere la Moretti, Falcone, Putignano e Russo, mentre furono posti ai domiciliari i Marasco, Mainiero e Capobianco. Gli indagati si dicono innocenti.
Sono 20 le accuse contestate a vario titolo dalla Dda: 4 prestiti a usura che oscillano dai 100 ai 200mila euro con interessi dal 23% mensile al 600% su base annua, vittime un commerciante d’auto del Foggiano con attività nel Pescarese, 3 ristoratori e il titolare di una lavanderia; 1 estorsione e 2 tentativi di estorsione collegati a prestiti a strozzo; 9 imputazioni di trasferimento fraudolento di beni relativi a quote societarie di aziende lattiero-casearie, del settore energetico, elettrico, del gas, della commercializzazione di auto, appartamenti e conti correnti; 1 contestazione di lesioni per un ceffone a una donna; 1 di violazione di domicilio; 1 ricettazione di mille paia di occhiali firmati del valore complessivo di 120mila euro rubati in un negozio di ottica a San Severo il 9 gennaio 2020; 1 accusa di accesso indebito di cellulari in carcere. Per 11 imputazioni la Dda contesta l’aggravante mafiosa.