FOGGIA - Una vasta operazione antimafia è scattata questa notte a Foggia e provincia, dove i Carabinieri coordinati dalla Direzione distrettuale antimafia (Dda) hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 82 persone tra vertici, affiliati e contigui della cosiddetta società foggiana. Le ordinanze vengono eseguite anche in altre regioni d'Italia.
Nel corso dell'operazione, denominata 'Game Over', i carabinieri hanno sequestrato armi e droga. L'ordinanza nei confronti di 82 persone, 81 in carcere e 1 ai domiciliari, è stata emessa dal Gip del tribunale di Bari su richiesta della Direzione distrettuale antimafia con il coordinamento della procura nazionale antimafia. Colpiti, stando alle indagini, vertici, affiliati e contigui alle tre batterie che compongono la cosiddetta società foggiana così come viene chiamata la criminalità organizzata mafiosa a Foggia. Molti dei destinatari delle ordinanze sono già detenuti. Tra i reati contestati, il traffico di stupefacenti.
I tre clan dominanti della 'società' hanno esercitato la loro «pressione mafiosa» per monopolizzare il traffico di cocaina a Foggia. Secondo quanto emerso dalle che hanno portato a circa 80 arresti, l’organizzazione criminale avrebbe pianificato dettagliatamente il traffico di cocaina attraverso continue riunioni in cui sono state determinate rigide regole; ha imposto il monopolio della vendita di cocaina in città mediante una forza intimidatrice derivante dal temuto spessore criminale dei soggetti al vertice dell’organizzazione direttamente investiti dagli storici capoclan. I profitti realizzati sono quantificabili in circa 200mila euro al mese tramite la vendita di 50mila dosi di cocaina.
I clan tenevano minuziosamente la contabilità dei profitti derivanti dall’attività delle «squadre di spaccio», riscuotendo il denaro mediante gli «addetti al giro inverso» presso gli spacciatori. I metodi di gestione del traffico di stupefacenti prevedevano l’attribuzione, all’interno del sodalizio, di ruoli ben definiti e per ciascuno.
L’indagine che ha portato agli arresti è partita nel 2016 dopo l’omicidio di Roberto Tizzano e il ferimento di Roberto Bruno, esponenti del clan Moretti-Pellegrino-Lanza. Per il delitto sono stati condannati in via definitiva Patrizio Villani, Cosimo Damiano Sinesi e Francesco Sinesi. Secondo quanto accertato dagli inquirenti il mandante dell’agguato fu stato Francesco Sinesi, in risposta al tentato omicidio, compiuto due mesi prima, di suo padre Roberto Sinesi, capo dell’omonimo clan.
Il luogo del delitto, il bar «All’H24» alla periferia di Foggia, si è rilevato essere la base operativa del traffico di sostanze stupefacenti. L’operazione eseguita oggi, denominata Game over rappresenta, hanno spiegato gli inquirenti in conferenza stampa, la prosecuzione nell’azione di contrasto dell’organizzazione mafiosa 'società foggianà condotta anche con i blitz Decimazione, e Decimazione bis, che hanno fatto emergere le estorsioni delle organizzazioni criminali di Foggia a imprenditori e commercianti della città.
TRA CLAN ACCORDO MILIONARIO SU TRAFFICO COCAINA
Le organizzazioni criminali della mafia foggiana, definita la 'società', avevano raggiunto un accordo sul traffico da milioni di euro l’anno di sostanze stupefacenti, in particolare cocaina. I proventi così realizzati venivano utilizzati sostenere le attività dei clan e le famiglie dei detenuti. E’ quanto hanno accertato i carabinieri che questa mattina hanno arrestato 82 persone accusate, a vario titolo, di traffico e concorso in spaccio di droga, e associazione finalizzata alla detenzione illegale di armi. A tutti viene contestata l’aggravante del metodo mafioso. Un solo indagato è accusato anche di estorsione. L’ordinanza cautelare è stata emessa dal gip del Tribunale di Bari su richiesta della Direzione distrettuale antimafia.
Secondo quanto emerso dalle indagini i tre clan Moretti-Pellegrino-Lanza, Sinesi-Francavilla, e Triscuoglio-Prencipe-Tolonese, avevano superato le rivalità per accordarsi sulla gestione univoca del traffico di droga. La 'società' avrebbe imposto l’obbligo di immettere nel circuito cittadino cocaina fornita dal cartello al prezzo di 55 euro al grammo, più alto rispetto ai 48 euro applicato da spacciatotri che non facevano parte del sodalizio. Il ricavato serviva per rifornire la cassa comune della mafia foggiana e sostenere le famiglie dei detenuti.
Tra i destinatari dell’ordinanza cautelare ci sono anche Roberto Russo, detto il colombiano, ucciso a Foggia il 25 marzo dello scorso anno; e Rocco Moretti e Ciro Francavilla, ritenuti elementi di spicco della mafia foggiana.
(foto Donato Fasano)
LE DICHIARAZIONI DEL PREFETTO
«È un successo investigativo frutto della tenacia e dello straordinario lavoro che magistratura e forze di polizia mettono in campo quotidianamente e a cui rivolgo il mio ringraziamento e apprezzamento per le efficaci attività di prevenzione e contrasto mirate al ripristino della legalità in un contesto particolarmente esposto alle influenze criminali». Così il Prefetto di Foggia, Maurizio Valiante, commenta l’operazione dei carabinieri, coordinati dalla Direzione distrettuale antimafia, che questa mattina hanno eseguito decine di arresti nel Foggiano.
«Questa grande vittoria dello Stato - prosegue - conforta tutte le componenti sociali ed economiche del territorio, rafforzandone la fiducia e favorendo la coesione socio istituzionale, ed incentiva ancor di più tutti coloro che sono impegnati quotidianamente per tutelare e affermare saldamente la legalità nella nostra provincia».
(video Donato Fasano)
PROCURATORE NAZIONALE ANTIMAFIA MELILLO: LA PARTITA È APPENA INIZIATA
«La partita è appena iniziata con la criminalità foggiana, in particolare con l’organizzazione mafiosa foggiana, la 'società', che si rivela nella sua complessità, nel suo sistema estremamente sofisticato della organizzazione delle energie intorno a un gigantesco mercato degli stupefacenti come quello che ruota intorno alla città di Foggia: una organizzazione in grado di distribuire mensilmente oltre 50mila dosi cocaina al mese e quindi di far ruotare intorno a questo circuito criminale una straordinaria massa di denaro». Lo ha detto in conferenza stampa il procuratore nazionale antimafia Giovanni Melillo, negli uffici della Distrettuale antimafia a Bari, commentando l’operazione 'Game over' che questa mattina ha portato a decine di arresti nel Foggiano.
Il denaro racconto dalla 'società', ha spiegato il procuratore, «serve al sostentamento di un welfare per le spese di gestione dell’organizzazione criminale, alle mensilità dovute agli affiliati e alle famiglie degli affiliati detenuti». Questa operazione, ha sottolineato, «è solo un passo anche se molto importante per la decostruzione di un sistema criminale estremamente raffinato, con una sua struttura e collegamenti anche sul piano nazionale e internazionale, con canali di importazione importanti di stupefacenti. Le mafie foggiane hanno legami profondi con le altre organizzazioni criminali, in particolare con la 'ndrangheta».
PIANTEDOSI: RISPOSTA FORTE DELLO STATO
«Complimenti alla Direzione Nazionale Antimafia e all’Arma dei Carabinieri che con una imponente operazione hanno inferto un durissimo colpo alla mafia foggiana, una delle più pericolose e violente organizzazioni criminali. Si tratta di una risposta forte dello Stato che conferma ancora una volta l’impegno straordinario degli organismi investigativi per contrastare efficacemente quella rete criminale che attraverso i traffici illeciti e le estorsioni cerca di imporre la sua presenza». Lo dichiara il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi.
«Con il pieno sostegno del Governo - aggiunge Piantedosi - magistratura e forze di polizia continuano a mettere a segno importanti risultati per affermare la legalità e contrastare la mafia su tutto il territorio nazionale. La lotta alla mafia è e sarà sempre la priorità del nostro Governo».
EMILIANO: LO STATO C'È
«Oggi un duro colpo è stato inferto all’organizzazione criminale 'società foggiana' e non posso che esprimere le mie più sincere congratulazioni per il lavoro condotto dai militari dell’Arma dei carabinieri del Comando di Foggia, coordinati dalla Dda di Bari». E’ il commento del presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, relativamente alla maxioperazione Game over con la quale sono state disposte misure cautelari nei confronti di 82 indagati.
«Lo Stato c'è - dice Emiliano - e opera costantemente per l'affermazione della legalità e della giustizia. La riuscita di questa imponente operazione conferma che i cittadini possono sempre avere fiducia nelle istituzioni, nella magistratura e nelle forze di polizia. Ringrazio il procuratore della Dda, Roberto Rossi, il comandante provinciale dei Carabinieri di Foggia, Michele Miulli, e le donne e gli uomini che lavorano in squadra con loro per questo significativo successo».
«L'operazione antimafia portata a termine in queste ore è il seme di speranza più importante per il futuro di Foggia. Dobbiamo credere e lottare perché prevalga la parte migliore della comunità e la peggiore comprenda i vantaggi di stare dalla parte della legalità. Grazie alla magistratura e grazie alle forze dell’ordine, che stanno mantenendo altissima la pressione sui sodalizi mafiosi, garantendo stabilità a una funzione dello Stato indispensabile per la crescita morale e materiale della nostra terra». Lo ha detto il vicepresidente della Regione Puglia, Raffaele Piemontese, commentando l’operazione contro la 'società' foggiana.
Giuseppe Conte: «Intercettazioni fondamentali»
«Qualche settimana fa ero a Foggia per dire a gran voce con il M5s, le associazioni e i cittadini 'alziamo la testà contro la criminalità organizzata. Oggi apprendiamo la notizia degli 82 arresti e del duro colpo sferrato contro la mafia foggiana nell’operazione 'Game Over', per cui ringrazio il nucleo investigativo del Comando provinciale dei Carabinieri di Foggia, i magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Bari e della Direzione nazionale antimafia, tutte le unità speciali impegnate in questa operazione».
Lo ha scritto in un post su Facebook l’ex premier e attuale leader del Movimento Cinque Stelle, Giuseppe Conte, commentando gli arresti eseguiti oggi a Foggia. «Al governo abbiamo rafforzato gli strumenti di lotta dello Stato su quel territorio contro la 'Società foggiana', potenziando - ha aggiunto - i presidi di legalità con uomini, mezzi, risorse, e con l’istituzione della sezione staccata della Dia». «Questa operazione dimostra una volta di più l’importanza delle intercettazioni nella lotta ai clan: al Governo Meloni e ai suoi Ministri - ha concluso - diciamo di smetterla di attaccare e delegittimare strumenti fondamentali per mettere all’angolo le mafie».