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Presunte mazzette al Comune di Foggia: si riuniscono i processi

 
Redazione Foggia

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Presunte mazzette al Comune di Foggia: si riuniscono i processi

Imputati l’ex sindaco Landella, l’ex presidente del consiglio Iaccarino, imprenditori e professionisti

Sabato 01 Aprile 2023, 13:07

FOGGIA - Rinviato a giudizio Michele De Carlo, 65 anni, foggiano, pensionato Ataf e procacciatore d’affari, accusato di istigazione alla corruzione in concorso con l’ex sindaco Franco Landella, già rinviato a giudizio (e con lui altri 11 imputati) il 19 dicembre 2022 per questa e altre due imputazioni di tentata concussione e corruzione, nell’ambito dell’inchiesta sulle presunte tangenti al Comune per la quale lo scorso 15 marzo è cominciato davanti alla sezione collegiale il processo a 12 persone, subito aggiornato al 17 maggio. E in quella data il processo a De Carlo verrà riunito a quello ai 12 coimputati.

Secondo la Procura, Landella sollecitò Andrea Pinotti, manager ai vertici della società “Go for green” interessata al progetto di finanza relativo alla pubblica illuminazione, a promettergli un milione di euro affinchè il Comune individuasse la società per portare avanti il “project financing”; a De Carlo si contesta di aver agito da intermediario tra ex sindacoa e Pinotti; i fatti vanno dal 2016 al 2019. I due imputati si dicono innocenti.

Il giudice dell’udienza preliminare Michela Valente (subentrata alla collega Marialuisa Bencivenga che si era astenuta nelle scorse settimane per essersi già occupata dell’inchiesta quale gup che rinviò a giudizio gli altri 12 imputati) ha accolto la richiesta di rinvio a giudizio avanzata dai pm Roberta Bray e Enrico Infante e disposto il processo anche per De Carlo: l’avv. Massimo Garruto ne chiedeva il proscioglimento, sostenendo che nella vicenda riveste solo il ruolo di persona informata sui fatti. De Carlo nell’interrogatorio che ha preceduto la decisione del gup, ha respinto le accuse di aver chiesto soldi per conto di Landella al dirigente della “Go for green”. “Proveremo l’innocenza del signor De Carlo al processo, quando attraverso l’interrogatorio dei testimoni emergerà la sua estraneità ai fatti” commenta l’avv. Garruto: “Il mio assistito ha svolto del tutto lecitamente l’attività di intermediazione per mettere in contatto l’energy manager del Comune di Foggia, ente interessato a un progetto di finanza per la pubblica illuminazione, e la società “Go for green”: se quella trattativa fosse andata in porto, De Carlo sarebbe stato pagato, ribadisco lecitamente, per il lavoro svolto. Non fu quindi lui l’uomo di collegamento per le presunte tangenti tra mondo politico e mondo imprenditoriale”.

De Carlo è uno dei 18 imputati dell’inchiesta – ex amministratori e dipendenti comunali, imprenditori, commercianti, privati cittadini – di cui la Procura chiese il rinvio a giudizio nel maggio del 2022; nell’estate successiva la sua posizione fu stralciata da quella dei coimputati per ragioni di salute, ecco perché si è proceduto a parte. De Carlo, ex dipendente dell’Ataf extraurbana di cui fu capo del personale, una volta andato in pensione ha svolto altre attività, tra cui quella di procacciatore d’affari.

De Carlo fu interrogato due volte dai pm durante le indagini preliminari: il 6 maggio 2021, come testimone; e il 22 giugno successivo, come indagato, quindi assistito dal legale di fiducia, l’avv. Garruto. La tesi difensiva ribadita davanti al gup è d’aver agito lecitamente: quando nel 2015 un consulente del Comune di Foggia in materia di energia (morto da tempo) lo informò di essere alla ricerca di una società con i requisiti giusti per preparare un progetto di finanza per la pubblica illuminazione nel capoluogo dauno, De Carlo gli presentò Pinotti, manager della “Sitie impianti industriali”, che detiene il 50% della “Go for green” interessata al project financing. Qual era l’interesse di De Carlo? Che se l’accordo fosse stato raggiunto, sarebbe stato pagato lecitamente per l’attività di intermediazione svolta. L’affare poi saltò.

De Carlo sapeva che sull’appalto giravano voci di tangenti perché fu il consulente del Comune a confidargli d’aver riferito a Pinotti che per facilitare l’accordo per il progetto di finanza bisognava pagare un milione; il consulente – riferì De Carlo ai pm nell’interrogatorio del 6 maggio 2021 - non gli riferì a chi fosse destinata la mazzetta. L’accusa replica sulla scorta delle dichiarazioni di Pinotti e dell’ex presidente del consiglio comunale Leonardo Iaccarino (uno dei 13 imputati sotto processo) che De Carlo avrebbe avuto un ruolo attivo nella presunta istigazione alla corruzione, facendo da tramite delle presunte richieste di mazzette del sindaco Landella.

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