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La denuncia
Redazione online
03 Dicembre 2019
Carcere di Foggia
Non si arresta il flusso di sequestri di droga e telefonini nel carcere di Foggia. L’ultimo è avvenuto nel corso di una perquisizione generale di questa notte all’interno di alcune sezioni del penitenziario del capoluogo dauno. Ne dà notizia il segretario del Sappe, Pilagatti, parlando di rinvenimento e sequestro di alcuni telefonini (5,6)da parte degli agenti, e di diversi grammi di droga trovata grazie all'impiego di una unità cinofila.
Il SAPPE sindacato autonomo polizia penitenziaria, da tempo chiede all’amministrazione penitenziaria di mettere fine a questa situazione commissariando il carcere di Foggia, e facendo intervenire il GOM , gruppo operativo mobile, al fine di riportare il penitenziario in un alveo di legalità e rispetto delle regole, poiché potrebbe succedere di tutto. Al tempo stesso il sindacato chiede di schermare l’intera area penitenziario, rendendo inutili gli apparecchi telefonici.
«Tutti sanno che il carcere di Foggia - spiega Pilagatti - si trova in territorio ad altissima tensione criminale, per cui ci aspettiamo che finalmente l’amministrazione ponga più attenzione alle vicende del penitenziario con provvedimenti concreti che facciano capire che chi comanda è lo stato.
SPP: BOSS DANNO ORDINI DALLE CELLE - «I boss, i criminali comandano dalle celle per impartire ordini agli uomini dei clan dei territori». È quanto denuncia Aldo Di Giacomo, segretario generale del Sindacato Polizia Penitenziaria, nel commentare la notizia di una perquisizione nel carcere di Foggia, disposta dalla Dia, con l’impiego di circa 150 uomini provenienti in gran parte dalla regione. L’operazione sarebbe scaturita a seguito di intercettazioni di telefonate partite dalle celle dell’istituto penitenziario. Al termine del blitz sono stati sequestrati telefonini e dosi di sostanza stupefacente.
Secondo Di Giacomo non è possibile «addebitare alcuna responsabilità al DAP che ha raccolto e sostenuto la nostra richiesta di inasprimento delle pene per i detenuti trovati in possesso di telefonini come per quelli che aggrediscono agenti, senza possibilità di concedere loro alcun tipo di beneficio». "Solo la politica - aggiunge Di Giacomo - non se ne accorge non affrontando radicalmente la situazione e dimostrando totale incapacità con il risultato di favorire di fatto i traffici dal carcere all’esterno. Un’incapacità o non volontà che si trascina da Governo a Governo trovando il tempo invece per discutere di attenuazione o addirittura abolizione del 41 bis».
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