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L’onda anomala di «Mare Fuori 3» dalla tv a Sanremo

 
Graziana Capurso

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Graziana Capurso

L’onda anomala di «Mare Fuori 3» dalla tv a Sanremo

Otto milioni di visualizzazioni e tre milioni e cinquecento mila ore di visione: sono i dati che raccontano lo straordinario successo della serie in onda su RaiPlay a sole 24 ore dal lancio dei primi 6 episodi della terza stagione

Sabato 04 Febbraio 2023, 13:37

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Il mare si agita: fuori e soprattutto dentro. Ecco il segreto di Mare Fuori. Otto milioni di visualizzazioni e tre milioni e cinquecento mila ore di visione: sono i dati che raccontano lo straordinario successo della serie in onda su RaiPlay a sole 24 ore dal lancio dei primi 6 episodi della terza stagione. Un vero record perché Mare Fuori su RaiPlay è il titolo più visto di sempre nel perimetro Auditel, nella prima giornata di disponibilità su una piattaforma digitale in Italia. Non c'è da meravigliarsi quindi che anche Amadeus voglia al Festival di Sanremo 2023 i ragazzi del cast che, venerdì 10 febbraio, canteranno sul palco dell’Ariston la sigla «‘O Mar For».

Per sondare i meandri di questo successo, partiamo proprio da qui: dalla colonna sonora. Firmata dal compositore Stefano Lentini e scritta da Marco Paolillo, «‘O Mar For» ricorda le canzoni napoletane di Liberato. In quelle strofe così crude si affresca il tempo dilatato di un gruppo di detenuti costretti dietro le sbarre di un istituto minorile. Giornate lente, scandite dall’accendersi e dallo spegnersi di una sigaretta. In questo recinto si aggirano Carmine Di Salvo detto «O Piecoro» (interpretato da Massimiliano Caiazzo) e Filippo Ferrari «O' Chiattillo» (con il volto di Nicolas Maupas). I due vengono arrestati lo stesso giorno ma provengono da realtà opposte: il primo fa parte di una famiglia camorrista napoletana dalla quale vorrebbe solo scappare per costruirsi un futuro onesto, il secondo è un giovane pianista della Milano bene. Entrambi vengono arrestati per omicidio e fanno il loro ingresso nel carcere minorile di Napoli, liberamente ispirato al carcere di Nisida. Se Carmine, nato nel mondo della criminalità, conosce perfettamente le regole del gioco, per Filippo è come atterrare su un altro pianeta, di cui fatica persino a comprendere il linguaggio. (La serie è in lingua napoletana, con tanto di sottotitoli seguendo la scia fortunata di Gomorra). I due amici-nemici, sono subito presi di mira dagli altri detenuti, attirando l’attenzione di Ciro Ricci, interpretato da Giacomo Giorgio, figlio di un temuto boss della camorra e proclamatosi capo all'interno del penitenziario. Nel braccio femminile spunta invece Naditza (Valentina Romani), una ragazza rom che aveva incontrato Filippo proprio la sera in cui fu arrestato. Naditza entra subito in conflitto con Viola, alias Serena De Ferrari, una giovane assassina torinese. E da qui la matassa si ingarbuglia.

I personaggi hanno storie difficili: alcuni sono nati in un sistema che non hanno scelto e da cui è difficile allontanarsi, altri nemmeno vogliono farlo. C’è chi ha fatto scelte sbagliate dettate dalla necessità e chi è stato arrestato per crimini mai commessi. Tutti hanno meno di 18 anni al momento dell’arresto e sono convinti che il loro sbaglio sia stato proprio quello: finire con le manette ai polsi. A cercare di far capire loro che una via diversa esiste ci sono la direttrice Paola Vinci, interpretata da Carolina Crescentini e il comandante Massimo Esposito (Carmine Recano), assieme all’educatore Beppe Romano (Vincenzo Ferrera) e alle guardie che, ognuno a suo modo, cercano di fare del loro meglio per garantire ai ragazzi una seconda possibilità.

Mare Fuori 3 è una serie atipica. Per una delle rare volte che la Rai si comporta davvero da servizio pubblico, il pubblico guarda il prodotto Rai quando passa altrove. È triste ma è così. Le prime due stagioni della serie infatti sono andate in onda sulla seconda rete senza clamore, ma da quando sono disponibili su Netflix non si schiodano dalla top 10 della classifica. E il boom su RaiPlay della terza stagione ne è la conferma.

Un fenomeno web consacrato persino da una suora che, come mostrato in un video virale, ha bloccato nei vicoli di Napoli il bacio saffico tra Serena de Ferrari e Kyshan Wilson, intente a girare uno spot promozionale della serie.

Il mare è fuori, dicevamo. Come la libertà, come il desiderio di una vita altra da possedere. Ma è anche dentro. Quando non si sta chiusi in cella con i ragazzi, si entra nella loro testa. Nel mondo del prima, quello in cui la pistola era lì per essere impugnata o la droga pronta per essere venduta. E nel mondo dell’ora. La serie racconta le luci e le ombre di un’adolescenza cupa, quell’onda anomala che scorre nelle vene di chi ha imboccato una strada che sembra segnata da altri. Un po’ Orange is the new black un po’ Skam, con una spolverata di vendetta, onore, rispetto e orrore. Mare Fuori dipinge quell’età estrema in cui il futuro è il «qui e adesso», in cui l’amore è per sempre, proprio come l’odio o come il dolore che non passa se non trascinando nell’abisso tutto quello che gira intorno. Un moto ondoso tra bene e male. Ma il mare è sempre lì. In fin dei conti, come recita la sigla Nun te preoccupà guagliò, c’ sta o’ mar’ for’.

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