Mai creduto alla favola bella che a Natale diventiamo tutti più buoni. Anzi: nelle riunioni di famiglia dove per forza ci si rivede, si riesce a tirare fuori il peggio tra vecchi rancori e verità non dette.
La vita dei cittadini, a dicembre, è scandita dalle scadenze: tasse, balzelli, conguagli e bollette. Per chi ci governa, ad ogni livello, dicembre è tempo dell’approvazione dei bilanci: a far alzare il livello della nausea, c’è sempre una manina – più o meno tutte uguali - che si affretta a far passare per sé un privilegio in più, spacciato per diritto. Accade - spesso - in Puglia dove il piattino pare venga cucinato insieme alle cartellate.
Infine: nonostante il clima festaiolo e le luminarie allegre, non mi risulta che le malattie diano qualche tregua a chi ne soffre e, tantomeno, che ai capi di paesi in guerra passi per la testa di sospendere di scannarsi nei giorni natalizi.
Poi – disillusa come non mai sul buono che il periodo riserva - ti capita di sfogliare un calendario. Uno di quelli che a Natale acquisti un po’ perché ti serve, un po’ perché nelle belle foto che accompagnano i mesi c’è il tuo adorato mare, un po’ perché fai, nel tuo piccolo, una buona azione.
E leggi ciò che scrive un giovane artista pugliese, Aurelio Andriani : uno di quelli che non ha santi in paradiso, uno che non trovi sponsorizzatissimo alle fiere dei libri, uno non raccomandato: uno bravo, insomma. «Qualcosa mi dice – scrive a margine del mare fotografato- che le onde non muoiono mai, che salgono e si ritirano per mescolarsi l’un l’altra. E riprendere il viaggio per non voltarsi indietro».
Già. Ad ognuno di noi capita un viaggio da riprendere senza voltarsi indietro. Come un’onda, nessuno di noi muore mai se sopravvive nella memoria di chi lo ha amato. E mescolare, come si fosse un’onda, il nostro dolore e la sofferenza che accompagnano ogni vita, con quelli di un altro significa essere pronti ad aiutare, a comprendere. Quel calendario del nuovo anno, realizzato da un’associazione dedicata ad un ragazzo morto di cancro - Gabriel- già penzola su una parete della mia casa, con le frasi e le foto belle del giovane Andriani. Arricchito dalle parole solidali e ricche di umanità vera di chi, quest’associazione barese-che si batte per umanizzare sempre più le cure oncologiche- la guida e la ispira ogni giorno da anni: la giornalista Antonella Daloiso e l’oncologo Geny Palmiotti . Loro, insieme a tanti altri volontari, hanno portato ognuno un pezzo della propria sofferenza per aiutare chi si ammala a continuare il viaggio esistenziale sconvolto dal cancro. Lo guardo, quel calendario che rappresenta la vita come solo al mare è dato rappresentarla e mi dico che, se il Natale può avere un senso: ebbene, è questo.
E che non tutto è perso se coloro che mettono al servizio degli altri la propria sofferenza, il proprio sapere, la propria arte - se stessi insomma - esistono ancora.