La vicenda che coinvolge Paul Haggis, nei giorni del Festival sul Cinema in corso di svolgimento a Ostuni, suscita profondo turbamento; a prescindere dalla vicenda giudiziaria, che comporta rispetto dell’operato della magistratura, esprimiamo grande solidarietà umana nei confronti della giovane donna vittima delle circostanze ormai balzate agli onori delle cronache.
La vicenda riflette un tema culturale e di costume di fondo su cui non è possibile soprassedere , né è possibile accettare il silenzio assordante delle istituzioni coinvolte. Anche il campo della cinematografia è costellato di episodi che troppo spesso affidano la promozione della professionalità femminile al potere maschile (di registi, produttori, ecc) di assoggettamento, anziché al riconoscimento del talento. Potere di assoggettamento della libertà e competenza femminile che chiama in causa sia innanzitutto il dominio predatorio maschile sia la responsabilità dell’esercizio della libertà femminile.
L’ombra che questa vicenda sta generando sull’immagine della Puglia richiede, altresì, un di più di vigilanza e cautela da parte della sfera pubblica sulla credibilità di fornitori di servizi, consulenti culturali legati a rapporti retribuiti o che a vario titolo associano il loro nome e la loro immagine alla Puglia e alle sue istituzioni. E allora come è stato possibile che, per tutto il tempo in cui Haggis è stato presente in Puglia e coinvolto nei progetti più diversi, nessuno di chi avrebbe dovuto si è premurato di verificare con fonti accreditate, evidentemente, le origini delle denunce, le circostanze contestate e, pur senza sostituirsi mai ad alcuna autorità giudiziaria, di assumere decisioni conseguenti tali da non rischiare neppure di danneggiare l’immagine della Puglia e i mille sforzi perpetrati da istituzioni pubbliche e private per il contrasto di ogni forma di violenza e maltrattamento contro le donne?!
Quel che sta succedendo, nel pieno rispetto del lavoro in corso di accertamento della verità giudiziaria, deve vedere i rappresentanti di tutte le istituzioni e di tutti i soggetti pubblici , al pari dei pronunciamenti di Brindisi e Mesagne , prendere posizione. Spiegazioni e scuse, questo ci saremmo aspettate e ancora attendiamo, in ossequio a quell'etica pubblica che non deve mai venir meno.