In Puglia e Basilicata
IL NODO GIUSTIZIA
Il 12 giugno si va alle urne per il Referendum sulla Giustizia
10 Giugno 2022
Salvatore Donadei*
Il 12 giugno si vota per i referendum in materia di Giustizia ed appare davvero evidente la grande scarsità di informazione che vi è stata e che sta allontanando i cittadini dai temi fondamentali. In sintesi: 1) abrogazione del Testo unico delle disposizioni in materia di incandidabilità e di divieto di ricoprire cariche elettive e di Governo conseguenti a sentenze definitive di condanna per delitti non colposi; 2) Limitazione delle misure cautelari: abrogazione dell’ultimo inciso dell’art. 274, comma 1, lettera c), codice di procedura penale, in materia di misure cautelari e, segnatamente, di esigenze cautelari, nel processo penale; 3) Separazione delle funzioni dei magistrati. Abrogazione delle norme in materia di ordinamento giudiziario che consentono il passaggio dalle funzioni giudicanti a quelle requirenti e viceversa nella carriera dei magistrati; 4) Partecipazione dei membri laici a tutte le deliberazioni del Consiglio direttivo della Corte di cassazione e dei consigli giudiziari; 5) Abrogazione di norme in materia di composizione del Consiglio direttivo della Corte di cassazione e dei consigli giudiziari e delle competenze dei membri laici che ne fanno parte.
Qualche considerazione. In materia di Giustizia, se da un lato possono sembrare molto specifici e tecnici alcuni quesiti, la cui utilità potrebbe sfuggire al cittadino meno attento, dall'altro lato è fuor di dubbio che l'altissima percentuale di sfiducia nella Giustizia (circa l'80%), che in questo momento storico viene esibita come testimone di cattivo funzionamento della «macchina giustizia», potrebbe almeno provocare una reazione democratica e portare i cittadini ad esprimersi sui referendum, al fine di stimolare il legislatore a porre rimedio, ad esaminare, con maggiore attenzione, problematiche ataviche. I referendum non sono contro la magistratura, che compie un’opera meritoria di impegno quotidiano e di grande responsabilità, ma occorre che anche la magistratura esamini nuove soluzioni anche nel proprio assetto organizzativo, per garantire sempre l’idea di indipendenza sostanziale e formale. I referendum hanno lo scopo di abrogare una o più norme, al fine di porre all'attenzione del Parlamento la grave sfiducia nella giustizia e chiamarlo a legiferare su temi importantissimi.
Gli ultimi dati attestano sei milioni di cause pendenti, più di sette anni per concludere i tre gradi di giudizio civile e almeno tre anni per concludere una controversia penale. Noi riteniamo che sia fondamentale partecipare al voto e che chi si astiene non presta alcuna forma di collaborazione alle necessarie riforme. Attraverso il voto e la possibile abrogazione delle norme si deve spingere il Parlamento a legiferare. È necessaria una riforma dell'assetto del sistema Giustizia, divenuto troppo autoreferenziale, troppo refrattario alle riforme di sistema, aperto invece, in alcuni casi, a riformare troppo velocemente ed inefficacemente regole processuali, a burocratizzare decadenze, termini, scadenze a svantaggio dei cittadini, piuttosto che garantire maggiore efficienza, correttezza sostanziale, indipendenza e garanzie per tutti. Quanti cittadini o ancor più quanti avvocati, in questo momento storico, possono ritenersi soddisfatti dell'attuale sistema giustizia e del suo funzionamento? Pertanto il momento referendario può essere l'occasione per esprimere il proprio dissenso e partecipare al voto può davvero servire a stimolare il legislatore, spesso troppo impegnato a cercare soluzioni politiche effimere, piuttosto che affrontare le problematiche della giustizia con gli addetti ai lavori.
*Presidente camera civile salentina
Altri contenuti dalla Sezione:
i più visti della sezione
PRIMO PIANO
Lascia un commento:
Condividi le tue opinioni su