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Case a 1 euro: così rinasce la città vecchia di Taranto

 
Valentina Castellaneta

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Valentina Castellaneta

Taranto, case a 1 euro per ripopolare l'Isola Madre

Mercoledì 19 Marzo 2025, 19:30

Palazzotti, palazzine o semplici appartamenti, di cui solo le vecchie mura, spesso in carparo, lasciano immaginare i vecchi fasti del passato. Mura fatiscenti, che però hanno una storia da raccontare e forse un futuro tutto da tracciare. Con i tre bandi «Case a 1 euro» il Comune di Taranto aveva un obiettivo: ripopolare la città vecchia, rivitalizzandone il sistema socio economico e soprattutto ridare luce, passo passo, isolato dopo isolato, ad intere porzioni dell’isola. L’intento del programma era anche favorire l’edilizia agevolata, il cosiddetto housing sociale. Taranto è stata la più grande città italiana ad aver avviato il programma «Case a 1 euro», suscitando, soprattutto nelle prime due edizioni, l’interesse di investitori e media internazionali. Con i tre bandi l’amministrazione comunale, oramai decaduta, intendeva implementare la riqualificazione della città vecchia attraverso la collaborazione dei privati. Ad esempio alcuni degli edifici messi a disposizione nel terzo bando, insieme avrebbero potuto dare nuova vita all’intero Vico Pontescuro, oggi chiuso, che da palazzo D’Ayala conduce direttamente in via Duomo. Si tratta di immobili per lo più di grandi dimensioni, il primo si estende per 188 metri quadri, il secondo 250 e si sviluppa su tre piani, il terzo invece è il più grande con i suoi 640 metri quadri, ma è anche più malandato, necessità di importanti interventi di riqualificazione per lo stato di profondo degrado in cui versa. L’importante, insomma, è salvare la facciata, perché all’interno c’è poco di salvabile. Eppure non tutto è andato liscio. La difficoltà per reperire i permessi e le autorizzazioni necessarie da Comune e Soprintendenza, oltre alle palazzine adiacenti spesso pericolanti, sono diventati per gli acquirenti, ostacoli quasi insormontabili. Una delle clausole del contratto, infatti, era la consegna entro tre anni. Primo fra tutti il problema della burocrazia, perché si parla di edifici storici e come tali sottoposti a tutela. Poi il fatto che molte di queste “case” si trovano in interi vicoli pericolanti, perché abbandonati a se stessi per anni, in cui il tempo, la pioggia, il sole, l’umidità e gatti randagi hanno fatto da padroni di casa. Nonostante il primo bando sia stato indetto a fine del 2020, chiuso a metà 2021 e i tre anni richiesti per terminare i lavori siano ormai terminati, solo pochi di questi edifici sono finiti e abitati. Altri aspettano che la burocrazia faccia il suo corso, altri non hanno potuto ancora cominciare la ristrutturazione per via delle criticità dell’immobile o di quelli accanto. Uno dei casi più interessanti è quello di Paula Magalhaes, architetta brasiliana che oramai vive stabilmente nella città vecchia di Taranto da quattro anni, ma non nella casa che ha acquistato per un euro nel 2021. Per tre anni ha atteso un documento di trascrizione di autorizzazione alla vendita da parete dalla Sovrintendenza che è arrivato solo ora. «Proprio adesso – racconta Magalhaes – che la giunta è caduta e io non conosco più nessuno. Ma spero di risolvere la questione burocratica questa settimana». Il progetto dell’architetta brasiliana proveniente dal Mato Grosso è molto ambizioso. «L’ho ribattezzata – spiega - la “Casa Tropicale” perché avevo nostalgia della natura brasiliana. Io vengo dalla regione della foresta Pantanal, ma adesso vivo in città vecchia dove vediamo soltanto pietre. Volevo portare un po’ delle mie radici dentro questa casa attraverso il concetto della sostenibilità. Semplici cose che possiamo fare già dalla progettazione per migliorare il mondo». L’intenzione di Magalhaes è di rendere la sua casa un luogo aperto al pubblico, dove poter svolgere delle mostre di architettura e design. «Quando finirò la ristrutturazione – aggiunge – voglio aprire le porte per far capire com’è una tipica casa tarantina e come è stata trasformata per farla diventare bella, abitabile e sostenibile». Quello che Paula Magalhaes non è riuscita ancora a fare nella sua casa, lo sta facendo in quelle di altri brasiliani che decidono a investire e comprare edifici in Italia e soprattutto a Taranto. «Ho dei clienti che hanno acquistato da privati in città vecchia, abbiamo già fatto il progetto, la ristrutturazione comincerà a breve e la mostra della “Casa Tropicale” inizierà proprio nel loro palazzo».

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