BARI - Ottime notizie per le aziende che fanno capo alla Fincantieri
(inclusa la barese Isotta Fraschini): il gruppo italiano ha chiuso ieri l'accordo per l'acquisizione di un importante costruttore navale americano, il Manitowoc Marine Group (1.590 dipendenti).
Si tratta di un'operazione che vale circa 120 milioni di dollari e che - anche grazie alla partecipazione (di minoranza) della Lockheed Martin Corporation - di fatto, spalanca le porte dei grandi appalti statunitensi del settore Difesa. Primo fra tutti, quello per la realizzazione di 55 navi per la Marina Militare Usa, nell'ambito del progetto Littoral Combat Ship (Lcs). Un business che vale 18 miliardi di dollari e che - se tutto andrà bene - darà lavoro, per lustri, alla Isotta Fraschini di Bari.
Come spiega una autorevole fonte di Fincatieri, «già oggi il prototipo di Lcs, denominato "Freedom", monta componenti a tecnologia molto avanzata sviluppati dalla nostra Direzione Sistemi e Componenti Navali, il cui cuore pulsante è nel capoluogo pugliese».
«Infatti - dicono dal Gruppo cantieristico - oltre che il supporto progettuale per lo scafo, per "Freedom" abbiamo fornito quattro diesel generatori da 750 kw l'uno (gruppi elettrogeni; ndr) e anche il sistema di stabilizzazione, come pinne di stabilizzazione e timonerie, realizzato proprio nella nostra Unità in cui è centrale l'Isotta Fras chini».
In soldoni: siccome su ogni Lcs americana verrebbero montati quattro generatori, si sta parlando della produzione di 220 gruppi elettrogeni «made in Bari».
«L'accordo appena concluso - afferma Fincantieri - è una bella operazione e non solo per l'endorsement di Lockeed Martin (che è numero uno al mondo come sistemista ma non ha cantieri), bensì per l'intero sistema navale. Nell'ambito di questi programmi di ampio respiro, una parte di lavoro verrà anche a vantaggio di Fincantieri, incluso il centro d'eccellenza barese».
«È davvero una rasserenante novità per la Isotta Fraschini - dice Marco Amatimaggio, esperto in questioni relative alla Difesa e "firma" della pubblicazione specializzata Dedalonews.it - L'azienda, che ha dovuto affrontare periodi di grave crisi, aveva già avuto un'importante boccata d'ossigeno essendo entrata nel programma italo-francese per la realizzazione di fregate multimissione Fremm; così come in quello dei 4 pattugliatori che Fincantieri sta realizzando per la Marina irachena e per i quali Isotta Fraschini fornisce sia la propulsione (i motori), sia i generatori elettrici. Però questa è una commessa americana e ha altri "numeri". È gigantesca».
IL PROGRAMMA LITTORAL COMBAT SHIP
«Lo scafo delle unità del consorzio capeggiato da Lockheed Martin - spiega una nota del Gruppo cantieristico italiano - deriva dall'esperienza maturata da Fincantieri con il progetto del monoscafo veloce "Destriero", costruito negli stabilimenti liguri (l'imbarcazione che riconquistò il prestigioso trofeo "Nastro azzurro", attraversando l'Atlantico alla eccezionale velocità media di 53 nodi, raggiungendo punte di 70 nodi) e dai progetti di Fincantieri alla base di un gran numero di traghetti veloci consegnati negli anni scorsi».
«Per il prototipo "Freedom" del consorzio guidato da LM, Fincantieri, oltre al supporto progettuale per la realizzazione dello scafo, fornisce componentistica a tecnologia molto avanzata: 4 motori diesel da 750 kW ciascuno per la generazione di energia ausiliaria e il sistema di stabilizzazione (Ride Control System) - continua Fincantieri - Oltre a Lockheed Martin al programma LCS partecipa con un proprio prototipo un altro consorzio industriale, guidato da General Dynamics, con il progetto di un trimarano. Partner di General Dynamics sono il cantiere di Austal per la costruzione della piattaforma (Mobile, Alabama), BAE Systems per la fornitura di mission modules e sistemi di comunicazione, Northrop Grumman per la gestione dei sistemi di combattimento».
«La consegna del prototipo di GD, varato lo scorso febbraio - prosegue l'azienda italiana - è prevista la consegna nella prima metà del 2009.
Oltre ai due prototipi in corso di realizzazione l'ultimo programma della U.S. Navy ha confermato il target di ulteriori 53 navi per la Marina Militare statunitense da acquisire entro il 2020, per un valore di oltre 18 miliardi di dollari. Si tratta di navi di medie dimensioni, particolarmente innovative e adatte a essere impiegate in diversi tipi di missioni nell'ambito della difesa da minacce di tipo "asimmetrico" (quelle portate da attacchi terroristici), essendo dotate di tre tipi di moduli di combattimento per un'unica piattaforma nave (surface, mine-hunting, anti-submarines)».
«Le unità del team LM - affermano a Fincantieri - hanno un dislocamento a pieno carico di 3.000 tonnellate, sono lunghe 115 metri, larghe 13. Sono dotate di un ponte di volo particolarmente ampio - 1,5 volte quello delle attuali navi - e un ampio hangar in grado di ospitare due elicotteri. Grazie a un sistema di propulsione combinato diesel/turbogas possono raggiungere una velocità di 45 nodi».
«Lo scorso mese di maggio - conclude Fincantieri - i consorzi che stanno realizzando i primi due prototipi hanno presentato alla U.S. Navy le offerte per ulteriori 3 unità, la prima delle quali dovrebbe essere assegnata nel 2008 e le altre due nel 2009. Al consorzio aggiudicatario sarà commissionata la costruzione di due navi, a quello perdente la terza unità (anche se la Marina USA ha l'opzione per assegnare le 3 navi allo stesso consorzio). È recente la notizia di un accordo tra la Marina militare israeliana e Lockheed Martin, soggetto all'ottenimento dell'autorizzazione da parte del Congresso USA, per la realizzazione di massimo 4 navi LCS per un valore complessivo di circa 1,9 miliardi di dollari».
Marisa Ingrosso
ingrosso@gazzettamezzogiorno.it

Martedì 05 Agosto 2008, 10:32
21 Novembre 2024, 18:30