Milano, 17 ott. (Labitalia) - Si è concluso il workshop 'Grazia o Gabbia: ripensare il lavoro prima che sia troppo tardi', promosso da Nhrg, agenzia per il lavoro, presso lo Spazio Lineapelle di Milano. Nel corso dell’evento è stato presentato il libro 'La grazia del lavoro. Crescere, prendersi cura e ritrovarsi nella propria professione' (Edizioni San Paolo), di Massimiliano Pappalardo, filosofo del lavoro. Il volume si interroga su domande cruciali: Che senso ha il mio lavoro? Posso lasciare un segno? Quanta parte di me c’è in questa fatica? Non un manuale di management, ma un dialogo aperto con chi lavora e con chi si avvicina al primo impiego, alla ricerca di un significato che vada oltre il salario: il lavoro come creatività, bene comune e vocazione personale.
I temi del libro hanno acceso un dibattito, moderato da Francesco Ventimiglia (RAI), che ha coinvolto sia i relatori sia il pubblico presente. Gianni Scaperrotta, ceo di Nhrg, ha portato i saluti dell’azienda e introdotto i temi della giornata, prendendo spunto da due ricerche realizzate dall’Osservatorio NHRG: una sulla felicità in azienda — ovvero su cosa cercano oggi i candidati — e una sulla costante fuga all’estero dei giovani.
Daniela Spaziano, responsabile hr di Nhrg, ha quindi presentato una sintesi dei risultati emersi. Per Francesca Benedetti, hr di MartinoRossi, 'La grazia del lavoro' non è solo una lettura ricca di spunti di riflessione, ma un invito a ripensare il ruolo del manager e dell’imprenditore, chiamati non solo a guardare al profitto, ma anche a riscoprire la dimensione umana del lavoro.
"Solo trovando dignità nel proprio agire - ha sottolineato - si sviluppa quel senso di appartenenza che oggi è indispensabile per trattenere i talenti". La formazione è stata al centro del dibattito grazie all’intervento di Francesco Calì, managing director di Valeoin, che ha evidenziato come le relazioni siano la vera leva delle aziende: "Il cuore della formazione non sta tanto nel trasmettere conoscenze, quanto nell’accendere il desiderio di sapere e di fare, stimolando curiosità, responsabilità e partecipazione attiva". Nella formazione, questo principio si traduce nel porre la relazione al centro dell’apprendimento.
Paolo Dal Bon, presidente della Fondazione Gaber, ha portato la sua testimonianza come braccio destro, per oltre vent’anni, di Giorgio Gaber, artista di straordinaria integrità, che lavorava con rigore e grazia. Ha ricordato come Gaber ponesse al centro del suo lavoro l’essenziale, "per eludere il superfluo e imparare che il vero delle cose si esprime non nel rumore, ma nel silenzio".
Ha concluso l’autore, Massimiliano Pappalardo, soffermandosi sul tema della leadership: "Si rallegrano anche le cose toccate da chi le ama e ama ciò che fa. Il segreto del lavoro non consiste nel fare qualcosa, ma nel miracolo di poter generare un’opera alla luce di un significato più grande. Abbiamo bisogno di leader che ispirino con l’esempio e insegnino con gli esempi: donne e uomini appassionati e competenti, capaci di trasformare la quotidianità in avventura".