Taranto è una città formata dai suoi reperti millenari e dai suoi teatri, dalla musica e dalla ricerca, dalle comunità culturali che ogni giorno ne ridefiniscono l’identità. Ieri Il talk «Persone, storia e cultura» della rassegna «è Taranto», svoltosi ieri con chi la cultura la costruisce. A moderare il dialogo, Maristella Massari, capo iniziative speciali della Gazzetta del Mezzogiorno, che ha ricordato: «Il futuro di Taranto dipende dalla qualità del suo capitale umano e culturale».
Per Piero Romano, direttore artistico dell’Orchestra della Magna Grecia, la musica resta un valore emotivo. «Taranto, per anni decentrata rispetto ai circuiti nazionali, oggi è entrata a pieno titolo nelle mappe dello spettacolo - ha dichiarato - in oltre trent’anni di attività dell’Orchestra, aumentano le richieste di artisti e agenzie, cresce l’attenzione internazionale. La musica diventa così opportunità, investimento strategico, ascensore sociale e culturale, capace di generare occasioni per i giovani e di trasformarsi in sistema virtuoso».
Il rapporto tra cultura e impresa è stato al centro dell’intervento di Salvatore Toma, presidente di Confindustria Taranto, che ha sottolineato come per troppo tempo in città i due mondi siano rimasti separati. «Oggi, invece - ha sottolineato - la competitività di un territorio passa anche dal suo capitale culturale. La cultura crea aggregazione, stimola ricerca e formazione, accompagna un mondo del lavoro in profonda trasformazione. Servono esempi concreti e luoghi simbolici, come la biblioteca che ha ospitato l’incontro».
Tra i pilastri dello sviluppo, l’università. Laura Costantino, professoressa di Diritto agrario e alimentare dell’Università degli Studi di Bari nel Dipartimento Jonico, ha raccontato: «Qui l’università ha investito in una visione che guarda al Mediterraneo alle migrazioni, ai diritti, alla sostenibilità. Un luogo complesso, chiamato ad anticipare le sfide del presente e a dialogare con il territorio per costruire risposte condivise».
La memoria come forza propulsiva del presente è il cuore del lavoro del Museo Archeologico Nazionale di Taranto. La direttrice Stella Falzone ha ricordato come il MarTa custodisca le radici del Mediterraneo: «Oggetti che spesso sono l’unica testimonianza di civiltà antiche e che oggi chiedono di essere raccontati alle nuove generazioni. Taranto è stata metropoli dell’antichità e - ha ribadito - una maggiore consapevolezza del proprio valore storico aiuterebbe la città a scrollarsi di dosso tristezza e paura del futuro, aprendosi a una valorizzazione moderna e condivisa del suo patrimonio».
Il teatro è stato rappresentato da Clara Cottino, presidente della cooperativa Crest, che si avvicina ai cinquant’anni di attività. «La città è cambiata, così come il teatro, ma resta una fragilità di visione comune - ha dichiarato - senza una progettualità condivisa tra operatori culturali, imprese, università e politica, il rischio è restare fruitori di eventi non messi a sistema».
A fare da sfondo, il brusio vivo degli studenti nella Biblioteca Acclavio, raccontata da Monica Golino come spazio inclusivo e multifunzionale: «Un luogo di studio - ha spiegato - di gioco, di accoglienza. Un presidio pubblico che restituisce alla città servizi, relazioni e senso di appartenenza».
Infine, lo sguardo sul futuro affidato al turismo culturale, con Luca Adamo, direttore dei corsi ITS Turismo Puglia di Taranto. «Il turismo - ha concluso - è un’industria che si costruisce con competenze e formazione. A Taranto accadono cose straordinarie, come i corsi di formazione ufficiale per Costa Crociere».
















