BARI - Un recente studio, pubblicato sulla rivista Horticulturae da ricercatori dell’università del Salento e dell’università di Bari Aldo Moro, ha messo in luce il valore agronomico della carota di Polignano e di quella di Tiggiano, due varietà locali pugliesi presenti nell’Anagrafe nazionale della biodiversità di interesse agricolo e alimentare, dove vengono iscritte le risorse genetiche locali di origine vegetale, animale e microbica soggette a rischio di estinzione o di erosione genetica. Focus dello studio è la caratterizzazione morfologica e la capacità produttiva in termini di quantità e qualità degli acheni (i 'semì).
«I risultati - si legge in una nota - «evidenziano differenze nette nelle caratteristiche morfologiche della produzione di semi delle due varietà (oltre 1,2 t/ha con buona germinabilità) e, contestualmente, una rilevante variabilità». Circostanze che forniscono così «elementi utili per la loro eventuale registrazione come varietà da conservazione, secondo la normativa sementiera europea che prevede l’uso di questo strumento per consentire la commercializzazione di varietà non rispondenti ai criteri di uniformità, distinguibilità e stabilità».
La registrazione potrebbe rappresentare uno strumento strategico per valorizzare le due varietà locali, favorendo la coltivazione sostenibile e l’incremento del reddito per i piccoli agricoltori. «Lo studio - conclude la nota - approfondisce aspetti agronomici utili per la produzione e la qualità della semente, sottolinea il potenziale impatto sul settore agricolo, promuovendo la diversificazione delle colture e la tutela delle varietà locali, e pone le basi per lo sviluppo di sistemi sementieri diversificati, coerentemente con l'applicazione del Trattato Fao sulle risorse genetiche vegetali per l’agricoltura e l’alimentazione».