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Quando al mare incontrai Nettuno

Quando al mare incontrai Nettuno

 
Gianni Ciardo

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Gianni Ciardo

Gianni Ciardo: «Dopo il Covid ci sarà un boom»

Il comico Gianni Ciardo

L'attore e la sua fantasia: «Fu a Torre Egnazia che vidi uscire a galla un essere quasi umano»

Lunedì 28 Marzo 2022, 11:02

Dicevo...: questa seconda giornata è sacra come tutte le giornate che mi vivono e io vivo loro. Non è difficile viverle, forse è più difficile «sopravviverle». Per vivere le mie giornate ci vuole poco: andare a guardare il mare d’inverno, ad esempio, che è bellissimo. Il mare d’inverno è tuo. Il mare d’estate è di tutti. Una cosa è certa: vivere è la cosa più rara nel mondo. Molta gente esiste soltanto. Molti sono nati già morti. E un’altra cosa è certa: la morte più bella non è, mentre la vita più brutta è. Ecco perché esiste il mare. Il mare c’è! Bari si può vantare di averlo, anche Palese.

Dal mare possono arrivare sorprese. Ricordo qualche anno fa, passeggiando sugli scogli di Torre Egnazia, ad un certo punto, vidi uscire a galla un essere quasi umano. Rimasi sbalordito ed incuriosito, in quanto non era un sommozzatore e nemmeno un sarago. Aveva in testa una corona e indossava una tunica. Mi guardò e mi disse: - Tu che fai? - Niente….guardo il mare -. Come niente? Guardi il mare! - Si - dissi io - ma noi di Bari, prima di rispondere a qualsiasi domanda diciamo «niente» e poi rispondiamo. - E tu chi sei? - Io? Niente…sono Gianni Ciardo. - Ah ecco, Gianni Ciardo….niente? Io so che tu sei un altro pezzo della città di Bari? - E niente….siamo tutti pezzi della città di Bari, tutti dobbiamo morire. E tu invece, chi sei? - Io sono Nettuno, il re del mare. - Cioè Nettuno, il figlio di Saturno? - Esatto, mio padre! - Ma davvero? Parlami di lui! - gli dissi. - Dice che era un bell’uomo e veniva dal mare, parlava un’altra lingua, però sapeva amare, infatti ebbe tre figli, ad uno dette il Cielo, all’altro l’Inferno e a me, il Mare. Io sono Nettuno il re del mare. - Scusa, ma non era Poseidone? - Senti, quì stiamo in Puglia, quindi non c’è Poseidone. Quì sono io, Nettuno e sappi che ho avuto cinquanta figli per continuare la tradizione. - Addirittura? Cinquanta figli? Come Albano! - Si. Comunque, mia moglie non era gelosa. Pensa che io sono stato pure con Medea. - Medea? Quella che uccise i figli? - Si, poi la lasciai, non per la storia dei figli, quella fu una fesseria rispetto al fatto che si era fissata di essere un’attrice e voleva fare il teatro. Mia moglie venne a sapere di questa relazione, però era tanto innamorata di me che mi disse: «Nettuno, ti giuro nettuno, nemmeno il destino ci può separare!». - Che bello sentire queste cose mitologiche. - Bhè si, erano bei tempi quelli; adesso è cambiato tutto. - Si, è vero, oggi se citano Achille è per far credere di aver letto Omero. Anche Icaro credeva di essere un uccello, invece era un cretino! - E Icaro…che ricordo! Ricordo che a quel tempo, mi trasferii ad Atlantide da cui dopo quindici giorni scappai via perché era sempre umido. - E di Giove che ne pensi? - Giove ancora oggi si lamenta, perché dice che dove sta lui c’è troppo traffico e piste ciclabili. Minerva, poi, l’hanno messa pure a pubblicizzare i fiammiferi, Venere in pelliccia, Saturno contro e Cupido è stato lasciato! - E tu come mai da queste parti, come ti trovi qui? - Ormai nel mio mare non si sta più tranquilli: passano e spassano navi in quantità, navi da crociera, tavole da surf e ultimamente quei cosi….i sup, motori d’acqua da tutte le parti…se uno si fa il bagno te li ritrovi addosso. Mi hanno sequestrato pure il tridente, per cui non li posso nemmeno infilzare. E l’inquinamento?! I pesci nuotano a gasolio, col prezzo che è pure arrivato alle stelle! Tutto è aumentato. Il pesce è aumentato. Se si pagasse il pesce soltanto, sarebbe conveniente, però bisogna calcolare che dentro il pesce ci sta 50 euro per la nafta, 100 euro per il cromo, 20 euro per il mercurio e 30 euro per il fastidio….e quanto viene a costare una frittura?! Oggi per andare alla marina, se non hai una parente che si chiami Rosa, non vali niente e non ti fanno entrare.

- Sei stanco? - dissi io- E dove penseresti di andare per stare meglio? - Bhè….dopo aver girato per tutti i mari, sono e resto ad Egnazia, un posto rimasto come quando il mondo era un mito. Ad Egnazia il mare lo sento più mio. - No, scusa, ma il mare non è di tutti? - Si, è di tutti, però per alcuni no. E comunque, non bisogna maltrattarlo! E non bisogna essere nemmeno pessimisti. - E che vuoi fare? - Vuoi sapere l’ultima? Il dio del mare non lo voglio fare più. - Non scherzare - gli risposi - tu non puoi scegliere di non essere il dio del mare. Voi re non avete un assessorato? - Si, se ne sono andati tutti a mare. Comunque ho deciso così. Anche perché nessuno mi può dire tu non sei un dio che può fare tutto ciò che vuole!» E siccome io sono un dio davvero, faccio come mi pare! - E che farai dopo? Andrai in pensione? - Si, mi prendo una bella liquidazione, mi apro un ristorante e lo chiamo «Nettuno».

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