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Dal Tavoliere a Bari le primavere di Puglia

 
Fabrizio Gifuni

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Fabrizio Gifuni

Dal Tavoliere a Bari le primavere di Puglia

Fabrizio Gifuni anima la stagione teatrale di Lucera e ricorda al Bif&st il «salentino» Giuseppe Bertolucci

Sabato 02 Aprile 2022, 12:36

Giuseppe Bertolucci amava la Puglia. Il regista di cinema, di teatro, drammaturgo, saggista, per molti anni presidente della Cineteca di Bologna, aveva scelto, anni prima, insieme a Lucilla Albano, di prendere una piccola casa a Diso, nel Salento, dove trascorreva gran parte delle sue vacanze e dove, non a caso, scelse di trascorrere i suoi ultimi giorni.

Mi piace pensare, ricordandolo, di aver forse contribuito, sia pure in minima parte, al suo amore per questa terra. Giuseppe e Lucilla erano venuti diverse volte a Lucera, nella nostra casa di famiglia, per trascorrere un po’ di tempo insieme, con Sonia Bergamasco e con me. Lucera è una cittadina di grande fascino, ricca di bellezze e di storia. Città stratificata, sfiorata dal mito della guerra di Troia (lo sbarco di Diomede naufragato, al suo ritorno, sulle coste del Gargano e poi arrivato nel bosco sacro di Lucera) e poi romana, araba, federiciana, angioina. Ho scoperto negli anni che la mia famiglia paterna risalendo dal sud del sud della penisola, e prima chissà da dove, sostò nel ‘600 per un periodo nella Nola di Giordano Bruno. Poi si divise fra Napoli e il nord della Puglia dove, agli inizi del ‘700, decise di fermarsi. Per questo la casa, attraversata da più di tre secoli di racconti, conserva una sua magia che piaceva a Giuseppe. Qui abbiamo ultimato le prove del nostro primo spettacolo dedicato a Pasolini - ‘Na specie de cadavere lunghissimo - e discusso di altri lavori che sarebbero andati in scena anni dopo: da L’Ingegner Gadda va alla guerra fino a Karenina, prove aperte di infelicità, ideato con Sonia.

In questi giorni Giuseppe e la Puglia tornano ad abbracciarsi, fra il Tavoliere e Bari.

Ieri è stata presentata a Lucera la rassegna teatrale «PrimaVera al Garibaldi 2022» e per quattro giovedì, fra aprile e maggio, gli artisti torneranno in città: Lino Musella con il suo magico Eduardo, la compagnia di Sandro Lombardi e Federico Tiezzi, Valentina Lodovini, la compagnia di Carlo Bruni e Nunzia Antonino.

«PrimaVera al Garibaldi» è un’avventura, iniziata sei anni fa, che ha dato vita nel tempo a rassegne, festival estivi e vere e proprie stagioni. Il pubblico di Lucera ha avuto modo in questi anni di ascoltare e ammirare grandissimi interpreti, alcuni dei quali mai arrivati o assenti da decenni nell’intera Regione. Spettacoli drammatici, leggeri, commoventi, colti o popolari: dall’indimenticabile Piera Degli Esposti, in una delle sue ultime apparizioni, a Luigi Lo Cascio e Maria Paiato, da Marco Baliani ad Alessio Boni, Marcello Prayer, Carolina Rosi, Gianfelice Imparato, il gruppo de Le Faraualla, Vinicio Marchioni, Milena Mancini, Ascanio Celestini, Manuela Mandracchia, Sandra Toffolatti, Francesco Meoni, Davide Enia, Umberto Orsini e Giovanna Marini. E poi le regie di Elio De Capitani, Luca De Filippo, Sonia Bergamasco, Barberio Corsetti. E ancora Luca Zingaretti, Massimo Popolizio, Flavio Albanese, Isa Danieli e Sergio Rubini, accompagnati spesso da musicisti di prima grandezza.

Ho iniziato questo viaggio nel 2017 con il fondamentale aiuto di Natalia Di Iorio, con il sostegno del Comune, di privati cittadini, di qualche azienda «illuminata» presente sul territorio e, dal secondo anno, del Teatro Pubblico Pugliese. L’ho fatto (e continuo anche quest’anno finché avrò tempo e forze) come atto d’amore e come piccolo gesto di volontariato civico, per smuovere le acque parecchio stagnanti di un territorio – quello della Capitanata e della provincia di Foggia – martoriato da decenni di incuria che ha prodotto nel tempo, ineluttabilmente, fenomeni e infiltrazioni criminali noti alle cronache, oltre allo sfruttamento, silenzioso ma incessante, di lavoratori provenienti da terre molto più sfortunate delle nostre. L’ho fatto per quei ragazzi bellissimi che, dopo essere andati a lavorare «fuori» e aver acquisito competenze, hanno deciso di tornare e di investire coraggiosamente nella propria terra. Insomma l’ho fatto per ricordare, a chi se lo fosse scordato, che anche questa è Puglia.

Oggi al Teatro Petruzzelli di Bari, all’interno del Bif&st, verrà proiettato L’amore probabilmente (2001), ultimo film di finzione di Giuseppe Bertolucci, cui seguirà un ricordo del regista a dieci anni dalla sua scomparsa. Nell’anno delle celebrazioni pasoliniane, spero che ricordare anche questo grande artista possa servire a rimettere in circolo un po’ della sua energia creativa, libera e indipendente, un po’ della sua grazia silenziosa. Insomma un po’ di quella che, con lieve ironia, Giuseppe definiva la sua «marginalità consapevole». E sarà emozionante rivedere, a distanza di più di vent’anni, quel film che provava a tenere insieme realtà, finzione e immaginazione con quella magia folle e un po’ disordinata che tanto piaceva a Giuseppe. Così come credo gli sarebbe piaciuto tornare a Lucera, magari per assistere a qualcuno degli spettacoli in arrivo in città.

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