POTENZA - Tre decessi e 161 casi positivi (anche se sono 120 quelli che riguardano lucani) su 1.451 tamponi analizzati in un giorno in Basilicata: quelli diffusi oggi dalla task force regionale continuano a essere numeri in crescita.
Trentotto positività al Covid riguardano cittadini pugliesi che hanno fatto il test in Basilicata. Con gli ultimi tre decessi, il totale delle vittime lucane è salito a quota 47, mentre quello delle persone ricoverate negli ospedali della Basilicata è passato da 75 a 80, con sette in terapia intensiva (due al San Carlo di Potenza e cinque al Madonna delle Grazie di Matera).
Attualmente sono 1.073 (rispetto alle 967 dell’ultimo aggiornamento) le persone residenti in Basilicata positive al coronavirus, delle quali 993 in isolamento domiciliare. Dall’inizio dell’emergenza sanitaria, in Basilicata sono guarite 591 persone (nove ieri) e sono stati analizzati 99.466 tamponi, 97.332 dei quali sono risultati negativi.
BARDI: «NUMERI SOTTO CONTROLLO» - «Purtroppo, le regioni a statuto ordinario, come la Basilicata, possono solo inasprire le norme e non migliorarle. E invece io credo che ci sia la necessità di una mappatura regionale rispetto a provvedimenti che rischiano di aggiungere ulteriore danno a interi comparti produttivi». Lo ha detto, in un videomessaggio, il presidente della Regione, Vito Bardi (centrodestra), sottolineando che «com'era nelle previsioni del comitato tecnico scientifico siamo alle prese con la seconda ondata della pandemia, ma i numeri in Basilicata sono ancora sotto controllo».
«La mia preoccupazione - ha aggiunto il governatore lucano - è quella di combattere sia la pandemia sanitaria che quella economica. L’ho fatto sin dal primo momento con la mia giunta. Inaugurando alcune misure pilota che sono state prese come modello anche su livello nazionale come la Covid card. Perché credo che la battaglia al Covid si debba fare sia dal punto di vista sanitario che dal punto di vista economico».
«Sulla vicenda sanitaria», Bardi ha inoltre evidenziato che «siamo in grado ora di fare oltre mille tamponi al giorno. L'obiettivo è di arrivare a tremila. Voglio essere chiaro però. I tamponi sono necessari per scoprire il virus e per isolare eventuali focolai. Ma non sono la panacea di tutti i mali perché fotografano la situazione esclusivamente al momento del risultato. Quindi può capitare che ci sia un momento di congestione del sistema perché tutti riteniamo, al primo sintomo di raffreddore, di chiedere il tampone per capire se siamo più o meno affetti da questo terribile virus. È umano: lo capisco e lo comprendo. Il nostro sforzo sarà quello di abbattere i tempi di processo dei tamponi per dare una risposta quanto più rapida possibile alle preoccupazioni dei nostri cari. E ovviamente - ha concluso - dobbiamo puntare anche a implementare la medicina di prossimità».
SINDACATI: «BARDI SOTTOVALUTA» - «L'affermazione che "i numeri in Basilicata sono ancora sotto controllo" denota una grave sottovalutazione sempre più improntata sulla superficialità».
Lo hanno scritto, in una nota congiunta, i segretari regionali di Cgil, Cisl e Uil, Angelo Summa, Enrico Gambardella e Vincenzo Tortorelli, riferendosi a un videomessaggio ai lucani inviato oggi dal presidente della Regione, Vito Bardi.
Nel comunicato, i rappresentanti sindacali hanno sottolineato che «è tempo di assumersi responsabilità e se Bardi non è in grado di farlo si faccia aiutare perché le conseguenze della pandemia sulla salute dei lucani come sull'occupazione e le attività produttive si fanno sempre più pesanti. Questo è il tempo della coesione e dell’agire uniti per poter far fronte all’emergenza».
Per Cgil, Cisl e Uil della Basilicata, «non è con i videomessaggi che si danno risposte all’emergenza sanitaria che dopo aver superato in Basilicata la soglia dei mille positivi non si può più né sminuire né sottovalutare ulteriormente. Con il risultato opposto a quello voluto perché invece di rassicurare crea ulteriore apprensione. Cgil, Cisl, Uil esprimono una forte critica innanzitutto perché dopo l'articolo-documento sull'emergenza sanitaria con cui hanno assunto una posizione responsabile e propositiva - hanno concluso i segretari regionali - si sarebbero aspettati come minimo la più rapida convocazione di un incontro per un confronto».