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Emergenza Covid, il direttore del 118: «Ora sbarriamo al virus tutte le vie di accesso»

 
Federica Marangio

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Federica Marangio

Emergenza Covid,  il direttore del 118: «Ora sbarriamo al virus tutte le vie di accesso»

Balzanelli: «I casi sono meno gravi ma boom di contagi»

Domenica 25 Ottobre 2020, 12:39

«Se tre sono le vie di ingresso del virus – occhi, naso e bocca – solo sbarrandole possiamo impedire il proliferare dell’infezione da SARS-CoV-2».

Sembra irriconoscibile il presidente nazionale della Società Italiana Sistema 118 Mario Balzanelli che indossa oltre alle mascherine, un paio di occhiali para-droplet e una tuta. Si dice preoccupato perché «è vero, i casi sono meno gravi, ma i contagi aumentano a vista d’occhio».

Sono incrementate del 30% anche le richieste al 118 a testimonianza di un sentimento di grande paura e della necessità di interpretare clinicamente i primi sintomi legati all’apparato respiratorio, ma non solo. L’altra sera, ospite di una rubrica il cui focus era la pandemia su Rai1, ha manifestato le sue perplessità «avremmo dovuto imparare dagli errori, ma dimentichiamo in fretta».

A dire il vero Balzanelli incentiva l’utilizzo delle mascherine, delle visierine protettive anti-droplet e degli occhiali da diversi mesi oramai. Nelle sue esternazioni ufficiali, lanciando appelli continui perché a livello nazionale si possano mettere in campo più forze, nello specifico organico medico-infermieristico dedicato, a proposito di Taranto ritorna sul «modello che sarebbe auspicabile riprendere anche altrove».

«Taranto gode di una attenzione diversa. Se a Roma si possono scorgere 44 ambulanze incolonnate che si affannano disperatamente per garantire una risposta tempo-dipendente a pazienti esasperati, qui tutto ciò non accade. Siamo nelle condizioni ideali per operare». Ci dia qualche dato. «Oltre alle 29 ambulanze, si può contare su ben 4 aggiuntive solo per i pazienti Covid, 5 tende e un auditorium che configurano una vera e propria medicina di urgenza territoriale. Le tende sono riscaldate e consentono un comfort che è sconosciuto a tanti altri presidi del 118. Questa area, una sorta di cuscinetto di ammortizzazione, approntata per gestire l’emergenza è un centro di valutazione, stabilizzazione e diagnostica differenziale con filtro che è il primo mattone di una gestione coordinata con le altre unità operative che si occupano della presa in carico nei reparti. Il mio grazie alla direzione strategica dell’Asl di Taranto che ha soddisfatto tempestivamente ogni nostra richiesta, ai miei collaboratori e alle unità operative che come dicevo ci affiancano quotidianamente».

Il problema del blocco barelle era preesistente alla pandemia, ma oggi mette a nudo i nervi scoperti della sanità. È bene sottolineare come il 118 risponda delle emergenze incomprimibili, quella quota parte oggettiva di motivazioni gravi per cui allertare in tempi brevissimi, incidenti domestici, stradali che non vengono sospesi a causa del Covid, ma è direttamente coinvolto anche nelle moltissime telefonate che giungono per un consulto psicologico, per interpretazioni su quadri febbrili e di tosse che non si attenuano con l’assunzione di tachipirine e antibiotici. «Emerge un quadro di grande timore che serpeggia a livello nazionale e anche nella provincia tarantina. La gente ha paura per ogni minima difficoltà respiratoria e tutto ciò è comprensibile».

Cosa fare? «Risulterà ripetitivo, ma proteggere le tre vie di ingresso – occhi, naso e bocca – è la più grande arma a nostra disposizione. Per il resto, di concerto con la direzione strategica e altre unità operative del Moscati stiamo predisponendo una pluralità di ausili a tutto vantaggio della popolazione».

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