Sanremo 2021, ecco l’alfabeto di questo festival
NEWS DALLA SEZIONE
8 marzo a Potenza, un mega manifesto all'ingresso della città con 24 volti di donne
i più visti della sezione
NEWS DALLE PROVINCE
8 marzo a Potenza, un mega manifesto all'ingresso della città con 24 volti di donne
Cinema
Massimo Brancati
03 Febbraio 2021
S’intitola «L’ultimo paradiso» ed è un film che andrà in onda su Netflix a partire da venerdì prossimo. Prodotto da Riccardo Scamarcio, la pellicola è basata su una storia vera ed è ambientata nel 1958. Ciccio Paradiso (Riccardo Scamarcio) è un contadino 40enne sposato con Lucia (Valentina Cervi) ed è legato anche segretamente a Bianca (Gaia Bermani Amaral) figlia di un malvagio proprietario terriero, «Cumpà Schettino», arricchitosi con lo sfruttamento del lavoro degli altri. Quando la sua relazione clandestina viene scoperta dal padre di Bianca, nulla resterà come prima. È, in sostanza, un viaggio nel tempo nell'Italia contadina tra dopo guerra e boom economico in cui una grande passione d’amore si sviluppa in parallelo con l’impegno politico di coloro che si battono per i diritti dei lavoratori.
Tra gli attori principali c’è anche il lucano Erminio Truncellito che interpreta Vincenzo, il migliore amico di Ciccio. Un bel ruolo, ricco di sfaccettature che Truncellito si è cucito addosso con maestria e capacità.
Qual è la genesi del film? Com’è entrato in contatto con Scamarcio?
«Durante il Jova Beach con i Tarantolati di Tricarico, a Policoro, ho rivisto dopo tanto tempo Rocco Ricciardulli che è il regista del film. L’avevo conosciuto nel parco letterario a Valsinni ed eravamo subito entrati in sintonia. C’eravamo lasciati promettendoci che, prima o poi, ci saremmo ritrovati insieme a lavorare».
Anche lui a Policoro per vedere Jovanotti...
«Sì, ma in particolare per salutare il bassista Saturnino di cui è molto amico. Era con Gaia Amaral la sua compagna, protagonista del film. In quell’occasione mi ha parlato del progetto cinematografico, dal momento che stava girando alla ricerca della location. Gli ho chiesto di poter fare un provino, ma l’ho buttata lì. Non pensavo che arrivasse davvero la chiamata».
Ci sperava...
«Ci speravo, ma non mi facevo illusioni. Poi, però, sono stato davvero contattato ed è andata bene».
Un motivo di orgoglio...
«Certamente. Anche perché ad avallare la mia scelta, oltre ovviamente a Rocco, è stato anche Riccardo. Una doppia gratificazione».
Il film approda sul colosso Netflix e non nelle sale cinematografiche. Scelta dettata dalla pandemia?
«No, era già stato deciso prima. Il film è stato completato a novembre 2019, quando il putiferio non era ancora scoppiato. Il futuro del cinema è su queste piattaforme che consentono ai lavori di essere visti in tutto il mondo. La produzione di Riccardo aveva già raggiunto un accordo con Netflix a prescindere da quello che sarebbe successo dopo».
Cinema, teatro e musica. Lei è impegnato su più fronti. Novità in vista?
«Ci sono molti progetti teatrali che, d’intesa con Giampiero Francese, spero di riprendere al più presto, tra cui un’opera che si sviluppa sulle musiche di Fabrizio De André. Sempre con Giampiero sto lavorando alla produzione di un disco tutto mio a cui tengo molto».
Sul fronte cinematografico?
«C’è un film che dovrebbe concretizzarsi in estate, ma è ancora presto per parlarne».
LE RUBRICHE
Lascia il tuo commento
Condividi le tue opinioni su