BARI - Uscito il 2 febbraio 2017 e candidato nella cinquina finalista dei Nastri d’argento, il film “Varichina - La vera storia della finta vita di Lorenzo De Santis”, di Mariangela Barbanente e Antonio Palumbo, sulla vita dell’omosessuale barese che “celebrò tutti i giorni il gay pride da solo” negli anni Settanta e Ottanta, sbarca anche sul mercato internazionale, con traduzioni in lingua inglese.
Il lavoro, interpretato magistralmente dal protagonista Totò Onnis, prodotto da Apulia Film Commission e distribuito da Ismaele Film è infatti stato recentemente acquisito dalla grande piattaforma streaming e download CHILI in tutto il mondo, dove viene acquistato e noleggiato ( http://bit.ly/ VarichinaIlFilm). E da qualche giorno è disponibile alla visione anche sul “gigante” Amazon Prime Video, per il Regno Unito, in lingua italiana sottotitolato in inglese. Seguirà la programmazione sullo stesso Amazon Prime Video per il resto del mondo, Stati Uniti in testa.
Il docufilm sul “gay trash” di Bari, basato sull’inchiesta del giornalista Alberto Selvaggi, si prepara anche, includendo contenuti inediti e un libretto illustrativo già redatto e stampato da Ismaele Film, al mercato home video, a quanto pare in un circuito legato a Mondadori, a seguito delle “richieste numerose e continue che ci arrivano”.
Soddisfazione degli autori dell’opera, Barbanente e Palumbo, che dalla sua prima uscita è stata proposta in numerosi festival, presentata a Roma dal grande regista Gianni Amelio, apprezzata da diversi attori italiani e distributori francesi che ne hanno domandato nel contesto del Mia, il Mercato internazionale audiovisivi. Proiettata in varie rassegne cinematografiche all’estero, dall’Est europeo a Parigi, come a Berlino, e soprattutto in America a Los Angeles, dove è poi nato l’interessamento di Amazon Prime Video e di Chili. Alberto Selvaggi, da parte sua, commenta con una battuta: “Voglio proprio vedere come tradurranno in slang inglese e americano lo storico motto di Varichina: tutt’ ddò avit a’ venì. Cioè, in barese: tutti qua dovete venire, che Lorenzo propalava per strada battendosi una natica con la mano”. E risponde ai detrattori del fenomeno generato a catena sull’omosessuale proletario: “Alcuni mi accusano di mitizzare sempre la degenerazione e i degenerati. Hanno ragione, ho questa propensione non molto lodevole. Però oggi che sono morte tutte le arti, dalla scrittura con i libri alla musica, ci restano almeno i deretani”.