A volte il calendario ti lascia respirare. Altre, costringe a guardarti allo specchio. Per il Bari accadono entrambe le circostanze. La sosta per le Nazionali ha concesso a Fabio Caserta il tempo per lavorare a fondo, lasciando tuttavia il dubbio che accompagna i biancorossi da inizio stagione: quale volto portare in campo? Alla vigilia della sfida contro il Frosinone (stasera, 19.30), il tecnico non si nasconde. Chiede personalità, maturità e coraggio. E tratteggia l’identità di una squadra che vuole finalmente scrollarsi di dosso le incertezze.
«Abbiamo lavorato tanto in queste due settimane - attacca senza giri di parole il tecnico biancorosso nella conferenza pre gara -. I ragazzi hanno vissuto giorni di lavoro intenso, sia sotto il profilo atletico che tattico. Mi attendo perciò un Bari aggressivo, propositivo, che abbia voglia di fare la partita. Questo ho chiesto ai ragazzi».
Il filo rosso che lega tutto l’intervento del mister risiede nell’idea di un Bari capace di imporsi. Per quanto, le soste sinora non abbiano portato acqua al mulino. «Cercheremo di invertire la rotta rispetto ai due precedenti. Mi aspetto una maggiore maturità dei ragazzi, più consapevolezza. Ognuno deve credere nelle proprie qualità ed in quelle della squadra». Il messaggio è chiaro. Il Bari deve prendersi la responsabilità del proprio potenziale, senza lasciarsi frenare dai passi falsi.
Dall’altra parte, però, c’è un avversario che non fa sconti: «Troveremo un Frosinone che sta facendo un ottimo campionato. Una squadra aggressiva a cui concedere pochi spazi. Soprattutto in attacco».
Sul fronte formazione, si alternano spiragli e dubbi. Sul rientro di Vicari e la possibilità di rivedere la difesa a quattro, Caserta resta prudente: «Francesco si è allenato molto bene, parlerò con lui. Un conto è allenarsi, altro è la partita. Dipende tanto dalla sua disponibilità. Lavoriamo spesso con la difesa a quattro. Una questione che valuterò a gara in corso». Un segnale di flessibilità, ma anche della volontà di non forzare scelte delicate. In mezzo al campo, invece, i continui cambi sembrano una risorsa: «Considero i centrocampisti tutti sullo stesso livello - prosegue Caserta -. Faccio le mie scelte in base a come vedo i ragazzi durante la settimana e anche in base al piano gara. Non considero mai solo la formazione iniziale, perché ritengo che la differenza la facciano soprattutto i cinque cambi». Capitolo indisponibili. Poche defezioni e un caso da monitorare: «Dorval non si è mai allenato con noi. È tornato dalla Nazionale con una forma influenzale. Valuteremo le sue condizioni e decideremo se sarà o no della partita. Tranne Darboe e Pereiro, tutti gli altri stanno bene».
Sul tema della crescita, Caserta è netto e porta esempi concreti: «La squadra deve crescere in tutte e due le fasi. Ci sono giocatori in rosa che hanno potenzialità enormi. Maggiore ha costruito la sua carriera negli inserimenti. Dobbiamo essere bravi a sfruttare gli attacchi senza palla, aggredire lo spazio. Nikolaou? Ha commesso qualche errore che non ti aspetti in virtù della sua qualità. Ma sono momenti. Non posso lamentare nulla sul piano del lavoro e dell’impegno. Credo che faccia anche tante cose positive durante i 90’. Pure da Castrovilli ci aspettiamo di più, deve tirare di più verso la porta. A livello tattico deve essere un po’ più disciplinato, perché tende a girare nel campo. Questo lo penalizza».
Uno sguardo, poi, a ciò che attende il Bari nelle prossime settimane. Da qui sino al termine di dicembre, i Galletti sono attesi da sette appuntamenti compreso il recupero del 4 dicembre a Castellammare di Stabia: «La classifica resterà corta fino alla fine. Dobbiamo essere bravi a migliorare le prestazioni e la qualità del gioco, facendo risultati. La differenza non saranno le prossime sette partite. Dobbiamo ragionare di gara in gara. Il risultato di ogni singola sfida cambia il modo di ragionare. Stare in alto accresce l’autostima. Non fare bene aumenta invece le paure. Il nostro futuro dipende sempre da quello che faremo. Questa squadra ha le potenzialità per fare un campionato di alto livello, ma bisogna crescere e credere nelle nostre potenzialità». La chiosa di Caserta riporta tutto al punto di partenza fatto di identità, crescita e responsabilità. Con la speranza che le parole non restino vane, ma diventino finalmente sostanza.
















