Gara complicata, quella con il Verona, in programma oggi, alle 15, al «Via del Mare». Metterà in palio punti preziosi in chiave-permanenza. Entrambe le contendenti avrebbero bisogno di conquistare l’intera posta in palio ma, al contempo, non possono permettersi di perdere. Le ultime quattro sfide tra salentini e scaligeri andate in scena in serie A sono state tiratissime. Quella del 2024/2025, è andata ai padroni di casa (1-0, gol di Dorgu), mentre le precedenti tre, nel 2019/2020 (centro di Pessina), nel 2022/2023 (rete di Ngonge) e nel 2023/2024 (stoccata decisiva di Folorunsho nel turno costato la panchina a D’Aversa), hanno visto prevalere (0-1) gli ospiti.
Per la formazione allenata da Eusebio Di Francesco, quindi, il confronto odierno è di quelli da prendere con le classiche molle, anche perché il Lecce, nel proprio stadio, non è ancora riuscito ad aggiudicarsi il bottino pieno ed ha sin qui raggranellato appena 2 punti.
Il trainer pescarese entra subito in clima partita: «Dobbiamo restare corti e compatti. Va ripetuta una prestazione come quella di Firenze, alternando la capacità di aggredire alti, alla capacità di restare compatti in “altezza media”. Esprimendoci in questa maniera, ne sono convinto, arriveranno anche i gol che vogliamo». Come dimostrato contro l’Inter, il Verona dispone di punte molto rapide e tecniche, abili ad attaccare la profondità: «Per contenere la prima linea rivale non possiamo certo abbassare i centrocampisti. Il Lecce deve lavorare sempre da squadra e di reparto. Sarà fondamentale effettuare un’ottima fase “preventiva”. Per cercare di non andare in difficoltà contro un team che, a mio parere, ha raccolto meno di quanto ha prodotto, ci siamo soffermati molto su questi aspetti».
Circa undici che getterà nella mischia intende ponderare ogni mossa sino all’ultimo. «Ho dei dubbi ed è positivo perché significa che tutti i calciatori si allenano bene durante la settimana e si esprimono a buoni livelli in gara, mettendomi in difficoltà quando devo stabilire chi schierare. Nel calcio moderno, troppo spesso si dà poco rilievo ai cinque cambi che gli allenatori hanno a disposizione e che possono fare la differenza. Chi entra può determinare». Dopo una annata nella quale, soprattutto dopo l’arrivo in panchina di Marco Giampaolo, è stato spesso ai margini del progetto, Ylber Ramadani è tornato in auge, si sta comportando molto bene ed è sempre tra i giallorossi che percorrono più chilometri: «Lui ha le caratteristiche del maratoneta, ma non conta solo quanto corre, ma la qualità della corsa. Lui lo sta facendo con intelligenza tattica e lavora con grande disponibilità verso i compagni. Sono qualità che non deve perdere. Ma, nella rosa a mia disposizione, tutti hanno potenzialità per migliorare ed è l’obiettivo del lavoro che portiamo avanti in allenamento».
Il suo Lecce è reduce dal colpaccio centrato a Firenze, che ha dato autostima al gruppo ed entusiasmo alla “piazza”: «Quando si vince, mi godo il momento positivo per ventiquattr’ore. Poi si torna in campo e ci si deve concentrare sul percorso da compiere, sui dettagli da limare. Il traguardo è ancora molto lontano e per raggiungerlo dobbiamo continuare a crescere. In una rosa ci sono ragazzi che sanno essere sempre sul pezzo ed altri che, se vengono impiegati meno, tendono ad “addormentarsi”. Invece, bisogna comprendere che tutti prima o poi avranno l’occasione per entrare in campo e dimostrare di meritare di restarci stabilmente. Si tratta di farsi trovare pronti». In attacco, ogni settimana sembrano esserci dei ballottaggi: «Ripeto di avere sempre qualche dubbio, in quanto ho diverse alternative e ciascun calciatore ha caratteristiche differenti. In questo momento, l’unico ad essere un po’ indietro in quanto a minutaggio è Sottil, che nelle ultime settimane si è allenato meno a causa di un acciacco. Ma ha recuperato ed anche lui potrà essere utile contro il Verona. Ho più soluzioni e devo sfruttarle. A Firenze, ad esempio, per la sua fisicità, nel finale della ripresa, ho utilizzato Kaba da esterno».
Di Francesco lavora tanto sui calci piazzati. «Ci alleniamo sempre, di solito nella parte conclusiva della settimana. Si cerca di preparare ogni cosa, ma non sempre è sufficiente. Qualche anno fa ci applicammo, proprio in vista di una partita con il Verona, studiando a lungo i corner calciati da Veloso sul primo palo. Ebbene, subimmo due reti proprio così. Intendo sottolineare che cercare di valutare tutti gli aspetti conta, ma poi è determinante scendere in campo con il piglio giusto. L’atteggiamento fa la differenza».















